Non si paga più, anzi sì. Si vedrà: c’è confusione attorno alla tassa aggiuntiva per l’ottenimento e il rinnovo del permesso di soggiorno per cittadini stranieri (che varia dagli 80 ai 200 euro, che si aggiungerebbero ai circa 77 euro già dovuti per le pratiche). La Cgil di Bergamo e il Patronato Inca Cgil parlano di “caos e indeterminatezza nelle Questure di tutt’Italia dopo la sospensione cautelativa da parte del Consiglio di Stato della sentenza del Tar del Lazio proprio su questa sovrattassa”.
La Cgil nazionale e l’Inca avevano presentato un ricorso contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il ministero dell’Interno e il ministero dell’Economia e delle Finanze per l'annullamento del decreto del 6 ottobre 2011 sul “Contributo ulteriore per il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno”. Il 1° marzo 2016 (sentenza depositata in segreteria il 24 maggio) il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio si è pronunciato accogliendo il ricorso e cancellando la sovrattassa. Poi, però, la sentenza del Tar è stata sospesa dal Consiglio di Stato. E l’ulteriore contributo è ricomparso.
La Cgil di Bergamo e l’Inca Cgil di Bergamo, come sta facendo del resto anche il sindacato su tutto il territorio nazionale, consiglia “a chi non ha urgenza di entrare in possesso del titolo di attendere l’esito dell’udienza del Consiglio di Stato del 13 ottobre o, successivamente, delle udienze che decideranno la validità della sospensiva” ha spiegato oggi pomeriggio Annalisa Colombo, responsabile dell’Ufficio Migranti della Cgil di Bergamo. “Consigliamo, dunque, di non versare oggi somme che con difficoltà si potranno avere indietro e che dopo il 13 ottobre (o udienze successive) potrebbero non essere più pretese. Invitiamo a presentare comunque le domande di rinnovo pagando solo i circa 77 euro dovuti ma attendendo per il versamento del contributo ulteriore”.