Tagina: parziale soddisfazione dall’incontro di questa mattina al ministero del Lavoro. Lo dichiarano in una nota Filctem e Femca Umbria: "Le premesse sono buone e c'è la volontà di trovare una soluzione che potrebbe essere a portata di mano. Il governo sta lavorando affinché l’accordo di programma per la Merloni possa essere trasformato nello strumento di area di crisi complessa. In questo modo si dovrebbe sbloccare lo stop alla concessione della cigs per i lavoratori Tagina". 

"Le risorse, qualche centinaia di migliaia di euro, verrebbero recuperate dal plafond a disposizione della Regione Umbria per la gestione tra l’altro, della crisi complessa per l’area Terni/Narni, che ammontano a quasi nove milioni. Prospettata la soluzione tecnica, diventano ora dirimenti le tempistiche per attuarla", proseguono le due sigle.

"Ribadiamo, infatti, che da agosto i lavoratori – circa cinquanta su un totale di centocinquanta – non percepiscono stipendio, ne hanno copertura contributiva. Ed è perciò che bisogna in fretta trovare una soluzione. Con le istituzioni si è quindi convenuto che tutte le novità che potrebbero arrivare, verosimilmente entro l’ultima settimana di settembre, saranno subito oggetto di confronto con il sindacato", conclude il sindacato.

LA GIORNATA
La giornata era cominciata con una manifestazione oggi a Roma, davanti al ministero del Lavoro, dei 150 dipendenti della Tagina, storica azienda del settore ceramico di Gualdo Tadino (Perugia)
. Il presidio è stato organizzato da Filctem Cgil e Femca Cisl alle ore 10, convocato in concomitanza con l'incontro al dicastero tra azienda, governo e sindacati, cui hanno partecipato anche gli enti locali (Comune e Regione Umbria). Tra le richieste delle organizzazioni dei lavoratori ral ministro Di Maio la concessione della cassa integrazione straordinaria.

“Lo strumento si rende necessario al fine di riavviare completamente gli impianti e permettere i dovuti investimenti”, si legge in una nota unitaria. Misura ancor più necessaria, proseguono Filctem e Femca, per “evitare la procedura di licenziamento di 48 unità, avviata dall’azienda il 28 agosto scorso, e ora momentaneamente sospesa proprio in attesa dell’incontro ministeriale”. La cassa integrazione ordinaria è scaduta, e da un mese i lavoratori sono del tutto “scoperti”, senza stipendio e senza contributi.

“Non è più tempo di campagna elettorale, non è più tempo di proclami, ora bisogna trovare soluzioni”, argomentano i sindacati. La cassa integrazione straordinaria, ha precisato l’azienda, servirebbe per circa 60 dipendenti fino all'inizio del 2019. Per pochi mesi, dunque, allo scopo di aumentare i volumi produttivi e permettere al personale di seguire corsi di formazione. “Dall'incontro al ministero ci aspettiamo risposte certe e immediate”, precisa Euro Angeli, segretario generale della Filctem Cgil Perugia: “In assenza di un esito positivo e concreto, non saremo in grado di scongiurare gli esuberi”.

La vicenda dell’azienda manifatturiera Tagina va avanti da molto tempo. Nell’ultimo anno i lavoratori sono stati senza stipendio per complessivi sei mesi, nel novembre 2017 il personale è stato ridotto di oltre 50 unità. Nell’aprile scorso è arrivato un acquirente, la Saxa Gres di Francesco Borgomeo, che ha rilevato la società dalla precedente proprietà in regime di concordato in bianco, presentando un piano industriale credibile (approvato dal Tribunale in soli otto giorni). “L’acquisizione ha ridato speranza e futuro allo storico marchio”, spiegano i sindacati: “A giugno sono riprese le prime attività lavorative, ma per tornare a produrre a pieno ritmo, per fare nuovi investimenti, per fornire l’adeguata formazione al personale, oggi è più che mai necessario un periodo di ammortizzatori sociali”. Il rischio, concludono i sindacati, è “che senza ammortizzatori l’azienda potrebbe essere costretta a mettere mano ai licenziamenti. E questo va evitato a ogni costo”.