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Il presidente del Consiglio di Stato, poche ore dopo il deposito del ricorso del governo e senza sentire le ragioni di Cgil e Inca, ha sospeso gli effetti della sentenza del Tar del 24 maggio. Sentenza che aveva disposto la disapplicazione della norma sull’ulteriore contributo per il rilascio e il rinnovo dei permessi di soggiorno. E’ quanto denuncia Morena Piccinini, presidente dell'Inca.
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Tassa di soggiorno, serve chiarezza
“Ci chiediamo – afferma Piccinini - da cosa sia motivata questa inutile rapidità, quando gli argomenti portati dalla avvocatura dello Stato sono palesemente superati dai fatti. L'avvocatura pare non sapere che le procedure delle Questure sono già state aggiornate per permettere il rilascio dei permessi di soggiorno senza versamento dell'ulteriore contributo. E allora per quale motivo si invoca l’urgenza della sospensione degli effetti della Sentenza visto che viene a mancare l'argomentazione principale portata riguardo alla difficoltà nell'adeguamento delle procedure?”
La tempestività "è molto sospetta", per il patronato, proprio perché parliamo di diritti degli immigrati. "Ci chiediamo - prosegue - se ci sarebbe stata uguale rapidità qualora il contenzioso fosse stato di altra natura. È proprio con questa decisione che si crea caos nella gestione delle richieste di permesso di soggiorno; almeno fino al 13 ottobre prossimo, data della prima udienza al Consiglio di Stato, e forse anche oltre”.
Secondo Piccinini, “i cittadini immigrati regolari che vivono lavorano, pagano tasse contributi in Italia non meritano un tale trattamento da parte di uno Stato che si definisce civile. Da parte nostra, come Inca – avverte -, non mancheremo di tutelare e rappresentare in ogni sede, politica, istituzionale e giudiziaria, i diritti di questi cittadini e l'affermazione di un principio che la Corte di giustizia europea ha già riconosciuto vincolando su questo il governo italiano che invece, dimostra di fregarsene”.