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I pensionati con un reddito da pensione sotto i 1.000 euro sono 6,6 milioni. Si tratta del 42,5% del totale. 1,9 milioni di persone non superano nemmeno la soglia dei 500 euro. E' quanto emerge del Rapporto annuale dell'Inps, presentato oggi (8 luglio), riportato dall'Ansa.
Nella ripartizione dei redditi pensionistici per classe di importo, si legge nel rapporto, si rileva che il 42,5% dei soggetti (pari a oltre 6,6 milioni) assorbe circa il 18,9% della spesa annua complessiva per un totale di oltre 50 miliardi di euro, ricevendo una o più prestazioni d'importo medio mensile inferiore a 707 euro lordi mensili. Tra questi, il 12,1% pari a circa 1,9 milioni e' al di sotto dei 300 euro. La quota di beneficiari che ottiene pensioni comprese tra 1.000 e 1.500 euro e' del 23,5% oltre 3,6 milioni per il 22% di spesa annua (59 miliardi), mentre un ulteriore 17,2% di beneficiari (circa 2,7 milioni di persone) percepisce redditi compresi tra 1.500 e 2.000 euro mensili, pari al 22,2% della spesa (oltre 59 miliardi).
Nel 2014 l'Inps ha avuto un risultato economico di esercizio negativo per 12,7 miliardi e un disavanzo finanziario di competenza di 7,8 miliardi. L'Istituto spiega che la sostenibilità del sistema di sicurezza sociale comunque "non è a rischio". Il patrimonio netto è salito da 9.028 a 17.952 mld grazie al ripianamento dei debiti verso lo Stato dell'ex Inpdap di 21,7 miliardi.
Oltre 9 pensioni su 10 degli ex dipendenti privati sono state liquidate con il sistema retributivo, a fronte di meno dell'1% con il sistema contributivo, ovvero sulla base dei contributi versati. Questo un altro passaggio del Rapporto. Circa l'8,3% delle pensioni è stato liquidato con il sistema misto. La gestione separata ha il 100% delle pensioni liquidate con il contributivo.
Poi il capitolo ispezioni. L'Inps ha effettuato nel 2014 oltre 58.000 ispezioni nelle aziende, registrando irregolarità nell'81% dei casi (oltre 47.000). Si è ridotto il numero delle ispezioni rispetto al 2013 (-19,2%) ma i controlli sono stati più mirati portando a un accertamento lordo, comprese le prestazioni indebite annullate) per 1,3 miliardi (+5,8% sul 2013). Nel complesso sono stati scoperti oltre 77.000 lavoratori in posizione irregolare (erano 86.499 nel 2013)
"Le regole del sistema contributivo consentono una certa flessibilità in uscita". Lo ha detto il presidente dell'Inps Tito Boeri, nel corso della presentazione del rapporto annuale dell'Istituto. "Flessibilità sostenibile - a suo avviso - significa che chi va in pensione prima deve spalmare il montante contributivo su più mesi rispetto a chi va in pensione più tardi". E ancora: "Crediamo sia giusto chiedere a chi ha redditi pensionistici elevati in virtù di trattamenti molto più vantaggiosi di quelli di cui godranno i pensionati del domani, un contributo al finanziamento di uscite verso le pensioni più flessibili".
La Cgil ha subito bocciato la proposta. Dopo la presentazione, ha parlato alle agenzie di stampa il segretario generale, Susanna Camusso: "Boeri dice una cosa sbagliata. Vuol dire abbassare del 30-35% le pensioni più povere".
"Ancora una volta l’Inps evidenzia il problema della condizione dei pensionati nel nostro paese, con oltre 10 milioni di persone che vivono con un assegno sotto i 1.500 euro al mese. Bisogna dare loro delle risposte ed è di questo che parleremo con il Ministro Poletti nella seconda riunione del tavolo di confronto con i sindacati dei pensionati che si terrà il prossimo 16 luglio”. Così il segretario generale dello Spi Cgil, Carla Cantone, commentando i dati. "Dobbiamo trovare delle soluzioni a partire dalla prossima legge di stabilità – ha continuato - per milioni di pensionati e di anziani il cui potere d’acquisto in questi anni è stato fortemente penalizzato".