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Un incontro interlocutorio, quello del 4 luglio sulla previdenza, in attesa che il governo scopra le carte ed entri nel merito. I sindacati sono stati convocati al ministero del Lavoro per riprendere il confronto sulla “fase due” prevista dal verbale di sintesi sulle pensioni del 28 settembre 2016. “L’incontro era stato inizialmente concepito come tecnico ed incentrato sui temi della pensione contributiva di garanzia e della previdenza complementare, ma per il ritardo con cui si è giunti alla ripresa del confronto come sindacato abbiamo posto con forza il problema dei tempi e l’esigenza di capire le reali disponibilità del governo sulle questioni di merito”. Lo spiegano in una nota Roberto Ghiselli, segretario confederale Cgil, e Nicola Marongiu, coordinatore area welfare della confederazione.
Il sindacato, spiegano i due dirigenti di corso d’Italia, ha ribadito le sue richieste al governo, in particolare: “Interrompere, con un atto normativo, l’automatismo previsto dal dl 78/10 sull’adeguamento dell’età di pensione alla speranza di vita”, e poi gli interventi per favorire la flessibilità in uscita, il tema del riconoscimento del lavoro di cura, la rivalutazione delle pensioni, la separazione tra previdenza e assistenza.
“Abbiamo inoltre richiesto una verifica sulla gestione dell’ottava salvaguardia (che consente a determinate categorie di andare in pensione con le vecchie regole, vigenti sino al dicembre 2011, ndr) e di opzione donna (la possibilità per le donne di andare in pensione prima, ndr), evidenziando l'esigenza di un ulteriore intervento per gestire le ultime situazioni aperte, tenendo conto che le risorse utilizzate sono state notevolmente inferiori a quelle preventivate”.
Il governo – riferiscono Marongiu e Ghiselli – ha condiviso l’esigenza di accelerare e dare maggiore concretezza al confronto. Il prossimo martedì 11 luglio si terrà un ulteriore incontro “in ristretta” per approfondire ulteriormente le questioni di merito poste dal sindacato per poi arrivare, da parte dell’esecutivo, a definire delle proposte in rapporto alle scelte finanziarie, da discutere poi al tavolo sindacale.
“In questo contesto – proseguono i due sindacalisti –, nel quale i ritardi e le ambiguità del governo ci devono indurre a tenere alta l'attenzione su questa vertenza, l’attivo nazionale unitario del 13 luglio (con Cisl e Uil, ndr) rappresenta l’occasione per dare un segnale politico preciso all’esecutivo: o la fase due produrrà risultati concreti e coerenti con il verbale sottoscritto lo scorso anno o il sindacato dovrà riprendere la propria mobilitazione”.
Infine, l'incontro al ministero del Lavoro, e quello che sempre ieri si è tenuto all’Inps, “ha permesso di approfondire, e in parte superare, alcune incongruenze relative alle procedure di Ape sociale e precoci. In particolare, per i disoccupati, sembra superato il problema relativo ai casi di sospensione degli ammortizzatori con un rapporto temporaneo e, per i lavori gravosi, quello relativo alla certificazione delle imprese in edilizia e al tasso di tariffa Inail per i lavoratori adibiti all’assistenza delle persone non autosufficienti. Per quanto concerne invece la mancata certificazione da parte delle imprese nei settori non-edili (per esempio nel caso di cessazione dell’impresa stessa), abbiamo proposto l’autocertificazione da parte del lavoratore, ma il governo ha ritenuto tale proposta non percorribile in questa fase”, concludono Ghiselli e Marongiu.