“Il Gruppo Poste non è il salvadanaio cui attingere per compensare l'impossibilità immediata di procedere a ulteriori privatizzazioni, peraltro discutibili. E non è un Gruppo di scarso interesse per le politiche industriali ed economiche del Paese”. A dirlo è Massimo Cestaro, segretario generale Slc Cgil, commentando le possibili cessioni di quote a privati fino a un ulteriore 30%, sulle quali, osserva, “manifestiamo chiaramente la nostra totale opposizione”. Tali ipotesi, infatti, hanno sortito un duplice effetto: “Indicare con chiarezza l'approssimazione della gestione politico finanziaria da parte del governo e, ovviamente, far segnare una importante flessione al titolo di Poste”.
“Il Governo – conclude Cestaro – spieghi il perché di questa ventilata ulteriore operazione di cassa, renda conto allo Stato, azionista di maggioranza, e quindi ai cittadini tutti, di quale sia l'idea di sviluppo industriale ed economico che motiva scelte di questa natura. Il sindacato, insieme ai lavoratori che rappresentiamo, conosce bene il Gruppo Poste Italiane, e siamo convinti che si tratterebbe di una di quelle scelte senza possibilità di ritorno di cui sconteremo da subito gli esiti nefasti. Il Governo ripensi attentamente a una progettazione di politica economico-finanziaria seria, a partire dalla valorizzazione, dall'assetto proprietario e dall'indirizzo di aziende solide, diffuse, importanti, come il Gruppo Poste Italiane”.