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“Non ci sono più alibi. Dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea, il TAR del Lazio ha cancellato ogni dubbio circa l’illegittimità del pesante balzello imposto agli stranieri in Italia, accogliendo tutte le richieste di Cgil e Inca e rigettando le obiezioni, a cui si sono aggrappati la presidenza del Consiglio dei ministri e i ministeri dell’Economia e degli Interni nell’estremo tentativo di difendere l’odiosa tassa imposta agli immigrati”. È questo il commento di Cgil nazionale e Inca alla sentenza del TAR del Lazio (n. 06095/2016), depositata oggi in segreteria, con la quale il Tribunale Amministrativo ha ordinato all’amministrazione l’immediata disapplicazione del provvedimento.
“È una vittoria non soltanto del sindacato, ma di tutti i cittadini stranieri presenti in Italia che chiedono di poter affermare il loro diritto all’integrazione”, dichiarano in una nota congiunta Cgil e Inca. “Il TAR del Lazio ha definitivamente chiuso il lungo percorso da noi iniziato nel febbraio 2012 all’indomani dell’entrata in vigore della norma. Siamo stati i primi a contestare la misura che da subito abbiamo considerato ingiusta, discriminatoria e incompatibile con le direttive europee. E oggi il Tribunale ci ha dato ragione su tutta la linea”.
“Il risultato di questa decisione è l’immediata operatività del dispositivo – aggiungono Cgil e Inca – che di fatto priva di qualsiasi supporto giuridico, anche pregresso, la legislazione che ha imposto l’odioso quanto esoso contributo agli stranieri, siano essi titolari di permesso da lungosoggiornante o di altro titolo di soggiorno”.
“Ora è indispensabile che il Governo e l’amministrazione pubblica si adeguino, senza perdere altro tempo – concludono Cgil e Inca – predisponendo la procedura per restituire la tassa ingiusta a quanti l’hanno già pagata”.
“Intanto, Cgil e Inca continueranno a raccogliere i ricorsi di tanti cittadini stranieri che chiedono la restituzione di quanto l’amministrazione pubblica ha indebitamente riscosso”.