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Discriminazione, mobbing, vessazioni, ordinarie ingiustizie, crisi, povertà assoluta e relativa. Ecco cosa accade a molte donne, alle loro famiglie e ai loro figli, alle immigrate, alle persone con disabilità, alle lavoratrici in maternità o da poco diventate mamme, ancora oggi considerate dalle aziende poco produttive. La situazione non è sicuramente rassicurante, tanto è vero che per far fronte all’emergenza lo scorso 5 marzo la Cgil di Napoli ha aperto uno Sportello interamente dedicato a queste tematiche per l’intera provincia di Napoli.
Tre donne della Cgil, Teresa Potenza e Grazia Zimmaro della Cgil di Napoli e della Campania, insieme a Elena Merolla del Silp Cgil a quattro mesi dalla nascita dello Sportello, con i tanti casi presi in carico, coinvolgendo le delegate delle categorie della Cgil, dicono di aver riscontrato 'la grande necessità da parte delle donne di avere uno spazio di ascolto e di risoluzione ai loro problemi sia di natura lavorativa sia di vita privata”. Questa intuizione sindacale innovativa ha dato molti risultati positivi, grazie anche al risalto da parte dei media, resa possibile, come raccontano le tre sindacaliste, "anche dalla partecipazione attiva da parte delle tante iscritte e delegate. Che non solo hanno interfacciato il nostro Sportello, ma hanno anche svolto un ruolo di diffusione dell’iniziativa nei luoghi di lavoro”. Le molte iniziative sono state poi diffuse nei territori in collaborazione con associazioni e istituzioni che si occupano di discriminazioni e di violenza contro le donne, come la Consigliera di parità o il Dsm (Distretto sanitario mentale) che si occupa di mobbing.
Per meglio illustrare l’attività dello Sportello Teresa Potenza, Grazia Zimmaro e Elena Merolla citano alcuni casi ai quali hanno lavorato (i nomi sono di fantasia). Manuela, giovane lavoratrice in maternità presso una piccola azienda, è stata "ripetutamente contattata informalmente dall’amministrazione aziendale e invitata a dimettersi. La lavoratrice si è rivolta a noi non solo per problemi lavorativi, ma anche per il suo disagio economico dovuto soprattutto al mancato riconoscimento delle retribuzioni persino nel periodo della maternità obbligatoria, dove a pagare è l’Inps, ma ad anticipare è l’azienda". Il nostro intervento, raccontano, si è basato "su una presa in carico da parte dell’Ufficio vertenze Cgil per quanto riguarda le retribuzioni, e per la parte solidale attraverso l’affidamento a un’associazione del banco alimentare che con lo sportello ha siglato il protocollo di intesa".
Anna si rivolge allo Sportello per un problema di violenza domestica. Durante l’ascolto "emerge un ulteriore dramma legato al suo disagio psicofisico che incide di riflesso sulla sua condizione lavorativa. Il nostro intervento, anche in questo caso, è stato duplice, affidando in primo luogo la lavoratrice alle cure della psicoterapeuta e attivando, al contempo, con la categoria sindacale di riferimento, un percorso di mediazione con il datore di lavoro che ci ha condotto alla soluzione positiva del caso, scongiurando l’ennesimo licenziamento".
Vi è poi il caso di Maria, una lavoratrice che al di fuori del posto di lavoro ha problemi di stalking. "Tramite una delegata Cgil - spiegano le sindacaliste - viene accompagnata al nostro Sportello dove, con il supporto delle istituzioni di riferimento e del nostro legale, riusciamo a risolvere in breve tempo questo caso". Marcella, invece, è una giovane donna con due figlie minori che si è presentata "chiedendoci un sostegno psicologico poiché vittima di un grave caso di violenza domestica. L’abbiamo accompagnata in un percorso terapeutico di consapevolezza e di rinascita personale".
Dall’analisi dei nostri casi archiviati, concludono le tre animatrici dello Sportello, emerge "una richiesta forte che viene sia dai luoghi di lavoro sia dal territorio dell’area metropolitana di Napoli, per cui sarebbe quanto mai utile e opportuno creare ulteriori spazi d’ascolto, non solo nelle aziende, ma anche nelle altre sedi Cgil. Crediamo che sia possibile raccontare una nuova storia di tutela delle lavoratrici a partire dall’ascolto per intervenire sui tanti casi di discriminazione, ingiustizie e negazione dei diritti".