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E' deceduto oggi (6 luglio) il migrante nigeriano di 36 anni, aggredito ieri a Fermo da un 40enne del posto. Lo riferiscono le agenzie di stampa. Dalla prima ricostruzione della polizia il nigeriano, ospite con la moglie del seminario vescovile di Fermo, era stato ricoverato in ospedale in coma, dopo essere stato aggredito a pugni da un fermano che avrebbe avvicinato la coppia per strada e avrebbe insultato la donna chiamandola "scimmia". Il migrante ha risposto agli insulti innescando quindi la colluttazione. Le indagini sono attualmente in corso.
"Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza a Emmanuel e alla moglie Chimiary per la barbara aggressione subita". Inizia così la nota del segretario generale della Camera del Lavoro di Fermo, Maurizio Di Cosmo. "Ma sentiamo - aggiunge - anche un forte sentimento di rabbia contro l’odio, il razzismo, la stupidità umana e l’ignoranza che questo ennesimo fatto di cronaca rappresenta. Non c’è certamente nessuna giustificazione, nessuna comprensione per questo efferato crimine. Un uomo è in coma irreversibile, un altro uomo gli ha rubato la vita, il futuro, tutto quello che aveva. La sua compagna rimane sola e a lei va tutto il nostro affetto".
Il sindacato quindi prosegue: "Il terribile fatto di cronaca è figlio di questi nostri tempi pieni di barbarie e di incomprensioni che sta coinvolgendo anche la nostra civilissima comunità fermana. E’ figlio di un mondo sbagliato che si nutre di tante sciagure e sofferenze. Ma noi dobbiamo batterci fino allo stremo delle nostre forze contro l’odio e l’ignoranza. Dobbiamo riconquistare l’onore del rispetto degli altri, dei 'diversi', dei nuovi arrivati. Dobbiamo riuscire a riaffermare il carattere solidaristico della nostra comunità partendo, oltre che dai valori e sentimenti autenticamente umani, anche dalla corretta interpretazione del fenomeno dell’immigrazione negando la cittadinanza, questo si, a tutti coloro i quali animati da false paure o da strumentali ambizioni politiche, vogliono costringerci a vivere in un sistema di paura".
Cosa sta succedendo alla società fermana?, si chiede la Cgil. "L’aggressione ad Emmanuel segue una serie di fatti, dalle bombe contro le chiese agli incendi di barche, chalet o altri esercizi commerciali, che stanno suscitando molte preoccupazioni ma nessuna appropriata reazione delle istituzioni e della comunità. Dobbiamo dire basta a questo clima di violenza e di intimidazione; lo dobbiamo dire a gran voce mobilitandoci ad iniziare da un’immediata manifestazione in piazza contro l’odio, il razzismo e la violenza e, per riaffermare i valori costituendi la nostra società: la solidarietà, l’accoglienza, la legalità democratica, il rispetto per ogni uomo, per ogni donna. In tal senso, stiamo in queste ore contattando tutte le associazioni, le forze politiche e le istituzioni", conclude Di Cosmo.