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Oggi, mercoledì 20 gennaio, si ferma la chimica italiana, con lo sciopero generale di otto ore in tutti i siti e stabilimenti produttivi di Eni e Saipem, indetto e organizzato dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Sulle motivazioni dell’agitazione, che coinvolge oltre 40 mila lavoratori sull’intero territorio, e sullo stato in cui versa il settore, abbiamo interpellato Emilio Miceli, segretario generale della Filctem.
Rassegna Che succede se si realizza la cessione di Versalis? E cosa c’è dietro la decisione dell’Eni di abbandonare parte del proprio core business?
Miceli È presumibile che con la cessione di Versalis a Sk Capital ci troveremmo di fronte a un doppio pericolo: in primis, che il fondo americano possa trasferire il debito dell’acquisizione sulle spalle di Versalis, pregiudicando così la possibilità di mantenere le risorse previste dal piano industriale della società dell’Eni; come logica conseguenza, ciò causerebbe un inevitabile blocco degli investimenti. Più in generale, tale manovra non farà che portare a un ridimensionamento di tutto il gruppo, con lo spezzettamento delle attività di Versalis e l’abbandono della chimica verde. È il rischio che si corre dal fatto che un fondo così debole possa acquisire attività così importanti e strategiche. Temo, purtroppo, di rivedere uno scenario già conosciuto: quello di Telecom degli anni novanta”.
Rassegna Oltretutto, i riflessi occupazionali dell’operazione - circa 6 mila gli addetti coinvolti, fra lavoratori diretti e indotto - potrebbero essere decisamente negativi.
Miceli Non so ancora quali possano essere, ma un’eventuale riduzione dell’occupazione sarebbe assolutamente rilevante.
Rassegna Il negoziato con il gigante dell’energia è partito tutto in salita e lo scontro con i sindacati è parso inevitabile: cosa si prevede ora, si va verso nuove mobilitazioni?
Miceli Abbiamo già deciso unitariamente di muoverci verso una nuova mobilitazione nazionale. La ufficializzeremo nei prossimi giorni.
Rassegna Sempre nell’ambito della trattativa, il governo ha assunto un atteggiamento neutrale. E di politica industriale su scala nazionale si continua a non parlare concretamente.
Miceli Il governo deve finalmente decidersi se vuole avvalersi del ruolo che gli compete, ovvero se intende fare il regolatore della politica industriale del paese. La ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi, ha detto che la chimica resterà in mani italiane. Vedremo se sarà conseguente con le sue dichiarazioni.
Rassegna Una posizione diversa e inedita hanno preso Regioni quali Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che sollecitano Renzi a intervenire strategicamente sulla chimica.
Miceli Sono molto d’accordo con la posizione assunta dalle Regioni in questione, che in sostanza hanno chiesto al governo di dare prospettive al settore, in particolare sulla filiera della petrolchimica. L’unica cosa che non ho apprezzato sono le affermazioni del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che mi paiono incomprensibili.