Slp Cisl, Uilposte Uil, Sailp Confsal e Ugl Comunicazione hanno disdetto le rappresentanze sindacali unitarie in Poste Italiane. Un atto grave, che Emilio Miceli, segretario generale Slc Cgil, spiega con chiarezza.
“Le Rsu sono scadute da quattro mesi e adesso si capisce perché: non intendevano rinnovarle, non per paura di diventare minoranza, ma perché sulla base dell’accordo interconfederale del 2011 le Rsu hanno diritto pieno ed esplicito di voto. Ciò significa che le segreterie non hanno più potere assoluto, come sempre è stato, dentro l’azienda, ma devono confrontarsi con lavoratori eletti da lavoratori”.

“In altra sede discuteremo la legittimità giuridica dell’atto – prosegue Miceli –. Qui interessa solo capire perché due organizzazioni sindacali confederali pensano, dopo gli accordi interconfederali, di fare il percorso a ritroso: dalla Rsu alla Rsa. Non sappiamo a caldo, in virtù di questa scelta, quanti rappresentanti sindacali, che sono impegnati tutti i giorni in qualità di Rsu, dovranno fare un passo indietro per cedere il posto a dei rappresentanti nominati dall’alto, cioè a dei raccomandati dalle segreterie sindacali”.

“Sappiamo però che due organizzazioni, la Uilposte e la Ugl Comunicazione, hanno disertato le urne, nella scorsa tornata elettorale, nominando le Rsa con il risultato di essersi trovati senza rappresentanza e in condizione obiettiva di minorità al tavolo negoziale”, ricorda il segretario generale Slc. E aggiunge: “L’atto è gravissimo, dimostra come l’immobilismo sindacale e la crisi del Slp Cisl siano ormai ad un punto di cronicità”.

“Faremo le nostre riflessioni – conclude Miceli – ma è chiaro che già con l’indizione delle elezioni per il rinnovo delle Rsu, da parte di tutti i lavoratori, abbiamo deciso che quella è una strada che non ha ritorno. Vogliamo un’azienda normale, e votare alle Poste è un segno di normalità”.