PHOTO
La campagna elettorale di Mario Monti parte dallo stabilimento Fiat Sata di Melfi, dove il premier ha tenuto un intervento, giovedì 20 dicembre, ospite dei vertici Fiat, dall’ad Sergio Marchionne al presidente John Elkann, e davanti a un uditorio composto dagli operai della fabbrica.
È la giornata in cui Marchionne scopre le carte sul futuro della Fiat italiana, a partire dallo stabilimento lucano, ma s’impasta straordinariamente col futuro politico del Paese, producendo un effetto impressionante e d’altri tempi: un premier che parla, i vertici della più importante fabbrica italiana che lo sostengono, i lavoratori in ascolto, i sindacati presenti con esclusione della Fiom Cgil, non invitata e in presidio davanti ai cancelli.
"Monti ha ricollegato l'Italia con il mondo, garantendo credibilità e stabilità. Ora che si appresta a chiudere il suo mandato auspichiamo che la ritrovata credibilità non venga meno", ha detto Elkann. Mentre il premier ha sottolineato: "A Melfi nel '93 è nata la Punto, oggi nasce punto e a capo, cioè una svolta, una ripartenza nel rapporti tra la Fiat e l'Italia”. "Grazie per questa scommessa sull'Italia", aggiunge Monti, evidenziando che si tratta di un "passo ulteriore di avvicinamento di Fiat all'Italia in un momento in cui molti stavano perdendo fiducia sull’Italia come luogo di produzione". Quello che vediamo qui oggi, insiste il premier, "scioglie ogni dubbio sull'impegno di Fiat in Italia".
Monti invita "ciascuno nel suo ruolo, lavoratori, imprese, sindacati a cooperare, accomunati da un solo filo: la volontà di fare le riforme, di accettare le riforme per cogliere nuove opportunità". Le forze sociali, dice, "non siano invece legate a una catena che inchioda al passato", non "restino aggrappate a un passato che non tornerà, arroccate a forme di tutela per i lavoratori che nel tempo hanno l'effetto opposto".
Il premier uscente ha detto che l'azione del governo è solo all'inizio, “anche se l'azione di questo governo è praticamente terminata". "Penso che sarebbe irresponsabile - ha continuato -, e credo che nessuno oserebbe farlo, dissipare i tanti sacrifici che gli italiani si sono assunti, sull'obbligo del governo, con una disponibilità che non abbiamo registrato in altri paesi europei. Gli italiani hanno capito, e credo che sarebbe davvero irresponsabile - ha rimarcato ancora una volta Monti - dissipare i sacrifici, che potrebbero essere spazzati via se si cadesse nella prospettiva del credere di ottenere consenso nel breve periodo dagli italiani, per poi farli ripiombare in uno stato nirvatico e lontano dalla realtà”.
I mini Suv
Anche da Marchionne solo elogi per Monti: il governo – dice l’ad Fiat - "in 12 mesi ha fatto cose ammirevoli". Marchionne, si dice "riconoscente" nei confronti del premier, aggiungendo che la sua agenda ha dimostrato "coraggio e lungimiranza".
Venendo al destino della Fiat, Marchionne ha annunciato che "l'investimento complessivo della Fiat a Melfi sarà di un miliardo di euro. Sarà l'unico stabilimento al mondo a produrre il piccolo Suv Jeep". Fiat, prosegue Marchionne, è "un'azienda sana e forte". Chiuderà il 2012 con "un utile della gestione ordinaria di circa 3,8 miliardi e un utile netto sopra 1,2 miliardi". "Possiamo e dobbiamo fare degli stabilimenti italiani la base per i veicoli destinati a tutto il mondo". Marchionne sottolinea poi che per questi nuovi investimenti Fiat "non chiede aiuti pubblici", ma la rimozione degli ostacoli alle imprese. "Quello di oggi è il primo di una serie di annunci che coinvolgeranno in modo progressivo anche tutti gli altri nostri stabilimenti dell'auto in Italia”.
Con un investimento di oltre un miliardo – ha spiegato Marchionne – l’impianto verrà modificato secondo i principi del World Class Manufacturing, il sistema di produzione adottato anche nello stabilimento di Pomigliano (leggi qui come funziona). In particolare verranno modificati i processi produttivi per ospitare la nuova piattaforma Small Wide, che è una delle tre architetture-chiave per Fiat-Chrysler. La prima della due vetture prodotte sarà un utility vehicle del marchio Jeep. Melfi sarà l`unico stabilimento al mondo che lo produrrà.
Oltre alla Jeep verrà prodotta anche la nuova Fiat 500X, un`ulteriore evoluzione della famiglia 500, più grande, più spaziosa e più capace della 500L che è commercializzata da circa tre mesi. Anche il reparto di montaggio sarà ristrutturato in modo significativo, con impianti totalmente nuovi, che serviranno anche a migliorare l`ergonomia delle postazioni di lavoro e i flussi logistici. La capacità produttiva complessiva dello stabilimento sarà di 1.600 vetture al giorno in tre turni lavorativi.
Nei prossimi 3-4 anni Fiat punta a raggiungere il break even in Italia e in Europa. "Abbiamo in programma di portare in produzione negli impianti italiani 17 nuovi modelli e 7 aggiornamenti di prodotto da qui al 2016 – ha detto Marchionne -. Questo ci permetterà di ottenere già nei prossimi 24 mesi un aumento significativo dell'attività produttiva fino ad arrivare nel giro di 3-4 anni ad un pieno impegno di tutti i nostri lavoratori".
Al presidio Fiom fuori della fabbrica era presente anche il segretario Maurizio Landini, oltre alle delegazioni Fiom degli stabilimenti del Sud Italia e ai lavoratori delle ditte dell'indotto di Melfi. “Noi non partecipiamo all'incontro per la presentazione del piano industriale – ha dichiarato all’Adnkronos il segretario lucano Emanuele De Nicola -. Né siamo stati invitati e né ci teniamo ad esserci, con l'azienda ci sono questioni ancora sospese come i tre lavoratori di Melfi non ancora reintegrati e come il mancato riconoscimento delle relazioni alla Fiom”. “Una domanda in particolare è dove si produrrà il nuovo modello di massa dopo la Punto. Ci va bene che a Melfi verranno prodotti i due suv Jeep e Fiat ma vogliamo sapere se riusciranno a saturare gli impianti produttivi poiché non sono modelli di massa come la Punto ma di alta gamma”.