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Gli azionisti della Fiat hanno approvato a maggioranza la fusione che darà vita a Fca, Fiat Chrysler Automobiles. Lo riporta oggi (1 agosto) l'agenzia Dire. Da parte sua, l'amministratore delegato Sergio Marchionne ha spiegato che Fiat "non sta lasciando l'Italia".
Il Cda di stamani "sancisce definitivamente l'uscita del Gruppo dal nostro Paese. Serve la responsabilità di tutti per un confronto che permetta di cogliere la sfida della competitività e salvaguardi produzione e occupazione". Questo è il primo commento della Fiom, rilasciato da Michele De Palma, coordinatore nazionale del settore Automotive.
Il Consiglio di amministrazione del Lingotto, "con l'approvazione della fusione con la Chrysler, ha definitivamente sancito l'uscita del Gruppo dal nostro Paese - a suo avviso -. Il tutto, nel solito silenzio assordante della politica. Sembra che non sia un problema per il nostro Paese, già a rischio deindustrializzazione, essere ridotto a succursale della casa automobilistica, mentre le decisioni vengono assunte a Detroit, le tasse pagate all'estero, la produzione negli stabilimenti italiani sempre più alleggerita. E anche l'annuncio di questi giorni da parte di Fca di un aumento delle quote di mercato negli Stati Uniti, conferma il timore che, come Fiom da tempo abbiamo espresso, di uno spostamento sostanziale degli interessi del Gruppo oltreoceano"
Le tute blu quindi proseguono: "Il Governo non può limitarsi a vagliare nuovi incentivi sull'auto, scaricando ancora sulla collettività una misura che non garantisce l'occupazione e la produzione nel nostro Paese. In tutti i Paesi industriali, ogni agevolazione è legata agli impegni che l'azienda assume. L'ad del Gruppo ha annunciato l'obiettivo di produrre 7 milioni di autovetture l'anno. In Italia esiste una capacità produttiva per un milione di auto almeno. Per questo facciamo un appello alla responsabilità di tutti: per cogliere la sfida della competitività del nostro Paese serve un confronto in cui Governo, azienda e sindacati facciano tutti la loro parte per garantire il futuro produttivo e occupazionale - partendo dallo sviluppo di auto ecologiche e sicure - degli stabilimenti italiani e garantendo retribuzioni dignitose ai lavoratori e alle lavoratrici del Gruppo", conclude De Palma.