Stamane si è svolto, a Napoli, presso la sede della Giunta regionale, l'annunciato presidio dei delegati della Asl Napoli 1 e dell'azienda Cardarelli, da noi promosso, per protestare contro gli effetti del decreto commissariale n°7 del 2016 sull’utilizzo dei fondi contrattuali aziendali. "Dieci anni di piano di rientro, otto anni di commissariamento, nonché il blocco del turn over, causa della riduzione di circa 16.000 lavoratori, hanno prodotto un peggioramento delle condizioni di lavoro, con la necessità da parte delle aziende di ricorrere allo straordinario, soprattutto nei servizi h 24, al fine di garantire i Lea", denuncia la Fp Cgil Campania e Napoli.
"Avremmo voluto rappresentare alle istituzioni regionali l’irragionevolezza di un decreto che, a seguito dello sforamento per 'necessità' del fondo di disagio, impedisce l’utilizzo dei restanti fondi contrattuali per valorizzare il lavoro in sanità, con il risultato che gli addetti al Ssr pagano due volte sulla loro pelle il rientro dal debito sanitario, come cittadini e come lavoratori: tutto questo è una follia! Il presidio odierno fa seguito all’incontro di ieri pomeriggio in Prefettura per un tentativo di mediazione tra sindacati e direzione dell'Asl Napoli 1 e con la richiesta di una pausa di 48 ore, per provare a far convocare un incontro in Regione, richiesta accolta da noi, ma respinta dal manager che ha dichiarato che farà partire le lettere di convocazione per arruolare il personale all’ospedale del Mare: un atto irresponsabile!", prosegue il sindacato.
"Ma soprattutto, fa seguito alle indecenti, offensive e vergognose dichiarazioni rese dal presidente De Luca nei confronti dei delegati sindacali, democraticamente eletti dai lavoratori dell'Asl Napoli 1, un fatto senza precedenti e di una gravità inaudita! Non è la prima volta che il presidente si mostra insofferente alle critiche e al libero esercizio del pensiero se, naturalmente, non coincide con il suo e con le sue narrazioni mediatiche. Non è la prima volta che chi esprime un dissenso costruttivo venga tacciato di complottismo e disfattismo e sia oggetto di un dileggio gratuito. Si ribadisce che siamo e sempre saremo contrari a tutte le forme di esternalizzazioni, e abbiamo sempre richiesto trasparenza negli appalti e legalità in sanità, così come abbiamo sempre chiesto occupazione stabile e sicura attraverso le procedure concorsuali e l'internalizzazione dei servizi", continua la sigla sindacale.
"Se De Luca è a conoscenza di clientele, corruzione e malaffare, siamo ben lieti che si rivolga alla magistratura, ma non coinvolga in una chiara operazione di disintermediazione e delegittimazione sindacati, Rsu democraticamente elette, delegate e delegati. Non è lanciando contumelie e provocazioni, né tantomeno con la violenza e il discredito di coloro che non si adeguano al nuovo corso del pensiero unico, che si possono affrontare le tante questioni che da anni attanagliano la sanità campana, ma solo con l’ascolto e il confronto, pur nel rispetto delle diverse posizioni", aggiunge il sindacato.
"Non è più tollerabile che si assumano decisioni e provvedimenti senza un costruttivo confronto con noi, perché quelle decisioni determinano scelte che investono attese e diritti costituzionali dei cittadini e le concrete condizioni di lavoro degli operatori del settore, ed è una questione molto delicata che riguarda le regole stesse della democrazia. Siamo pronti a un confronto da troppo tempo disatteso, però così come siamo rispettosi, pretendiamo rispetto per i nostri valori e le nostre idee e, soprattutto, per le tante donne e uomini che liberamente nel loro agire quotidiano s'impegnano per migliorare l'assistenza e le condizioni di lavoro, al fine di rendere esigibile il diritto costituzionale alla salute: su questo, non faremo sconti e non ci lasceremo intimorire da nessuno", conclude la Fp Cgil.