“Leggo che il ministro Giulia Bongiorno risponde alle nostre critiche e annuncia provvedimenti ad hoc. Le diciamo che apprezziamo il fatto che risponda alla Cgil, ma che comunque chiediamo di essere convocati al più presto e che non ci siano solo annunci, basta penalizzare i dipendenti pubblici. Vogliamo, in questo caso sì, concretezza”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, replica alle parole del ministro della Pa, che “oggi risponde alle nostre denunce e alla richiesta esplicita che ieri le abbiamo avanzato, durante un’iniziativa pubblica, dove erano presenti i responsabili del personale di grandi amministrazioni, su concorsi e pensioni, annunciando misure specifiche”.
Proprio ieri, infatti, “abbiamo presentato uno studio – aggiunge la dirigente sindacale – che dimostra la necessità di un piano straordinario di assunzioni nella pubblica amministrazione, che vada oltre il turn over al 100%. Dai nostri dati emerge che se guardiamo a ritroso, andando a vedere da quando ha avuto effetto il blocco del turn over, scopriamo che il solo sblocco, seppur al 100%, non ci consentirà di avere abbastanza personale e, di conseguenza, adeguati servizi ai cittadini”.
Per questo, precisa l'esponente Cgil, “parliamo di piano straordinario di assunzioni. Rimangono due nodi da affrontare in via emergenziale: il primo, è che tra tempi di espletamento delle procedure concorsuali e uscite per pensionamenti c’è un disallineamento che rischia di mettere in crisi quei settori dove è più forte l’impatto con l’utenza: sanità, servizi educativi e sociali, enti previdenziali, uffici territoriali di comuni e ministeri. Il secondo, che parlare di turn over selettivo e stabilire ex ante i criteri rischia di vanificare la costruzione dei fabbisogni, basati sulla programmazione dei servizi e non su criteri decisi dall’alto”.
Quanto al tema pensioni ed effetti sulla Pa, la sindacalista afferma: “Le modifiche che si annunciano sulle pensioni, ancorché non essere la cancellazione della legge Fornero, rischiano di non affrontare la penalizzazione che si determina nel pubblico impiego, data dalla minore entità dell’assegno previdenziale, in virtù dell’anticipo di uscita rispetto al requisito ad oggi in essere per l’anzianità contributiva, e l’erogazione del trattamento di fine rapporto dopo 27 mesi dal pensionamento. Se, comunque, una quota di dipendenti deciderà di accedere a quota 100, l’effetto di esodo previsto nei prossimi tre anni si aggraverà. Per questo, servono misure urgenti e straordinarie per lo scorrimento rapido delle graduatorie in essere, procedure concorsuali tempestive e stabilizzazione dei precari”.