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Trenta seminari, 25 strutture, 14 regioni, 800 fra rappresentanti sindacali e delegati, due corsi per nuovi dirigenti, per un totale di 39 partecipanti. Questi, i numeri della formazione della Flc Cgil, che si è svolta nell’arco degli ultimi dodici mesi. Sono stati coinvolti insegnanti, professori universitari, ricercatori, personale Ata della scuola, apparato tecnico e amministrativo degli atenei.
“Un anno davvero intenso, con tante iniziative – conferma Maurizio Lembo, responsabile formazione Flc nazionale –, in coincidenza con le elezioni delle Rsu della scuola, dove abbiamo eletto circa 10.000 delegati in tutti i comparti della conoscenza. ‘Il valore di una scelta’ è il titolo del seminario formativo in corso a Bari, che costituisce un po’ il fil rouge della nostra iniziativa, con due moduli e altrettanti gruppi che dovrebbero rappresentare il nuovo quadro dirigente del futuro. Puntiamo a ridare rigore al senso di appartenenza all’organizzazione Cgil, che resta una qualità fondamentale. E poi la capacità di conoscere nuovi linguaggi, Considera che nella scuola sono state immesse di ruolo migliaia di persone, che non hanno idea delle origini e della storia del sindacato. Una rappresentanza sempre diversa e sempre complicata nel mondo della scuola. Perciò, c’è bisogno di riscoprire le nostre radici e la nostra memoria”.
Bianca Francesconi, assistente amministrativa di una scuola superiore a Trento, partecipa ai corsi formativi Flc. “Da noi, abbiamo predisposto corsi di lingua italiana per giovani migranti che sono arrivati in Italia con i barconi, poi accolti nei vari centri d’accoglienza. Sto facendo il secondo modulo (di tre giorni a Bari) di un percorso iniziato nell’autunno 2017, il primo l’avevamo fatto in Veneto e ora completiamo una formazione per nuovi dirigenti, Rsa e Rsu della scuola. La qualità dei corsi proposta dalla Flc merita sempre la massima partecipazione e ho avuto la possibilità di confrontarmi con collegi di altri territori, con situazioni lavorative diverse, ma sempre all’interno del circuito della scuola e della formazione”.
Anche Antonella Vulcano, professoressa di scuola superiore a Bari, è presente al corso di formazione in svolgimento nella sua città. “La memoria è un valore fondamentale per me, in un percorso storicamente formato, che dia coerenza alla visione complessiva della scuola e della società italiana. Ascoltare, giovani, diritti, no all’individualismo, tutela dei profili deboli: sono le parole-chiave più gettonate nei corsi. Malgrado la spinta individualistica molto forte in questo momento nel Paese, noi continuiamo a difendere i diritti di tutti, che vuol dire avere una visione più ampia dei problemi. Sono valori da riprendere in mano. La partecipazione ai moduli formativi per me è assai utile, perché si parla molto di relazione e di cura, un rapporto fatta di autenticità, come lo è del resto la relazione che dobbiamo avere con gli studenti”.
“I partecipanti ai corsi Flc provengono per l’80% dalla scuola e per il restante 20 dagli altri comparti, che è poi la proporzione esistente della nostra presenza sindacale all’interno del settore. Provengono dalle diverse professioni del mondo della conoscenza e per questo c’è una comunicazione sul legame tra rappresentanza e professionalità, molto sentito nel nostro ambito. I docenti hanno un’età media piuttosto alta, al pari di quella esistente nella pubblica amministrazione, e l’età dei partecipanti ai corsi Flc rispecchia tale media. Gli iscritti sono in maggioranza dal 2006 in avanti”, precisa Lembo.
“Il valore della formazione sindacale è il titolo della mia lezione al corso. I corsi organizzati dalla Flc hanno un duplice valore: è una formazione sindacale, ma anche una formazione a più a largo spettro che serve anche nella loro professione d’insegnante. In più, molti sono professori, e quindi rispetto alla formazione sono costretti a subire un processo di straniamento, risultano spiazzati perchè si trovano a dover insegnare ad adulti, non più a bambini”, spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.
“A settembre, partiranno altri corsi per i nuovi quadri dirigenti in concomitanza con il nuovo anno scolastico sindacale, che comincerà dopo l’estate. Successivamente, ci sarà una formazione non più per i candidati, ma per le Rsu, in modo da mettere assieme la normativa del contratto nazionale assieme alle capacità relazionali: dal saper stare a un tavolo contrattuale, al tenere un’assemblea, al saper negoziare. Insomma, mettere insieme l’essere e il fare. Diritti, scuola pubblica, cambiamento, sentire la base, condivisione, costituiscono una bella ‘nuvola’ di valori, non solo per la formazione”, conclude Lembo.