"Il dramma delle migliaia di morti in mare - prevedibili e cinicamente attese dalla ignavia delle nazioni europee - ci toglie il fiato, ma non possiamo rimanere in silenzio. Non occorre cercare parole ad effetto, di fronte a tanto orrore, che in fondo è l'orrore della guerra nelle sue molteplici facce e versioni. Le guerre sante e le guerre giuste, le guerre difensive e le guerre per la democrazia, le guerre per il petrolio e per l'acqua, le guerre economiche e geopolitiche: le guerre e basta. Così Roberta Turi, segreteria nazionale Fiom e Stefano Maruca, ufficio internazionale Fiom, a proposito dell'ultima tragedia dei migranti, avvenuta l'altra notte nel Canale di Sicilia.
"Non sappiamo da quale di queste guerre stessero fuggendo ciascuna delle persone (persone non migranti o clandestini) che sono affogate in mare, ma sappiamo quali siano le responsabilità che hanno i paesi europei e quelle che chiamiamo democrazie occidentali nell'averle determinate, quando non direttamente promosse e dichiarate. Per questo motivo, è semplicemente intollerabile che ora i governi e la maggior parte delle forze politiche di tutta Europa dichiarino guerra ai profughi e ai disperati in fuga dai paesi devastati da queste guerre.
Possiamo e dobbiamo discutere dell'inadeguatezza delle politiche europee sull'immigrazione e della follia di affrontarle principalmente come un problema di ordine pubblico. È chiaro a chiunque non sia in palese malafede che l'immigrazione illegale è alimentata dalle leggi xenofobe, e dagli ostacoli legali e burocratici che impediscono un'immigrazione regolare e sicura. Né vale ricordare che l'immigrazione via mare in Europa è solo il 2% di quella totale", aggiungono i due dirigenti sindacali.
"Oggi, però, il problema è di altra natura, e chiama in causa la responsabilità italiana ed europea nel non permettere che centinaia di persone muoiano in mare, per colpevole omissione di soccorso, da parte e di chi potrebbe e dovrebbe prestarlo. Con la missione 'Mare Nostrum', le vittime nei primi tre mesi del 2014 erano state 96, con il passaggio alla operazione 'Triton' - che ha abbandonato la mission di salvataggio e soccorso per un pattugliamento di respingimento - siamo già a oltre 2.000 vittime. Perciò, è urgente ripristinare immediatamente un'operazione con la finalità esplicita di prestare soccorso in mare a tutti coloro che ne hanno bisogno; possibilmente in ambito europeo, ma in assenza di una decisione in tal senso, anche solo come Italia.
Sono sicuramente molte le cose che si possono fare per ricostruire condizioni vivibili nei paesi dilaniati da guerre e crisi economiche, ma quello che dobbiamo fare subito è salvare la vita, e dare un'accoglienza umanitaria e solidale alle migliaia di profughi che rischiano la vita, mettendola nelle mani di trafficanti senza scrupoli", rilevano ancora i due esponenti della Fiom.
"La difesa della vita umana va messa al primo posto di qualsiasi tipo di missione e intervento nel Mediterraneo. La propaganda xenofoba e razzista va sconfitta con azioni concrete ed efficaci, che ridiano senso al concetto di paesi democratici, e con la mobilitazione di tutti coloro che non rinunciano ad affermare la propria umanità e solidarietà contro l'egoismo e il razzismo. La Fiom, condividendone profondamente le ragioni e le proposte, aderisce alla mobilitazione nazionale del 21 aprile, e invita lavoratrici e lavoratori a partecipare alle iniziative che si terranno nelle città italiane. A Roma, l'appuntamento è a partire dalle ore 14,30, davanti a Montecitorio", concludono i due sindacalisti.
Fiom: basta morti nel Mediterraneo, fermare strage subito
20 aprile 2015 • 00:00