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Nel 2016 andrà fatta un’ennesima riforma delle pensioni. E la questione degli esodati non è ancora risolta. Parole che fanno discutere quelle pronunciate dal presidente dell’Inps Tito Boeri nel corso della trasmissione “In mezz’ora”, andata in onda domenica 1 novembre su RaiTre. “Non penso che il tema degli esodati sia stato del tutto risolto” ha detto Boeri: “È stato affrontato in modo tale per cui rischiamo di avere uno strascico. Già ci sono forti pressioni per un’ottava salvaguardia”. Il presidente dell’Inps ha ricordato che “le misure varate fin qui sono costate già 12 miliardi”, e che per la settima salvaguardia (contenuta nella Legge di stabilità) servirà un miliardo e mezzo. “Ma la platea si continua ad allargare e la pressione sarà sempre forte fin quando viene garantito un trattamento di vantaggio” ha aggiunto.
La soluzione, allora, sarebbe quella di permettere “flessibilità in uscita, equiparando chi va a 63 anni e chi va a 67. Per farlo dobbiamo dare una pensione più bassa a chi va in pensione prima”. Bisogna poi preoccuparsi dei “veri esodati”, ha continuato il presidente dell’Inps, soprattutto dei “lavoratori delle piccole imprese dove non c’erano accordi, che semplicemente sono stati licenziati e non sono mai stati coperti, che si trovano tra i 55 e i 65 anni e che si sono ridotti in povertà. Lì bisognerebbe trovare strumenti di sostegno al reddito”.
Più in generale, Boeri ritiene necessaria un’ennesima riforma delle pensioni. “La nostra idea è che vada fatta un’ultima riforma, guardando alla sostenibilità sociale, perché c’é un problema di iniquità che va affrontato” ha detto nell’intervista. Il presidente Inps ha quindi spiegato di aver presentato al governo a giugno “una proposta integrata” su previdenza e assistenza: su quest’ultimo punto per Boeri sono stati fatti “passi avanti” con la Legge di stabilità e “qualcosa delle nostre proposte è stato preso”. Sulla previdenza, invece, “sono state fatte altre scelte. Ora c’è l’impegno nel 2016, mi auguro si faccia la riforma. Ne ho parlato con il presidente del Consiglio, c'è attenzione molto forte da parte sua su questi temi”.
Ma ogni nuova riforma ha certamente bisogno di risorse. Tra le idee proposte da Boeri c’è quella del taglio del 12 per cento sulle pensioni che stanno sopra gli 80 mila euro. Per i vitalizi dei politici di “oltre 80-85mila euro all’anno abbiamo proposto una riduzione che arriva anche fino al 50 per cento del vitalizio”. La platea coinvolta, spiega il presidente Inps, “è piccola, circa 200 mila persone: politici, dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato” e altre categorie passate al setaccio dall’Inps in questi mesi. Categorie che hanno “avuto trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione. Ci sono persone che sono andate via presto e con pensioni molto alte, che hanno avuto dei regali per motivi elettorali. A chi ha importi elevati e ha goduto di trattamenti di favore è giusto richiedere un contributo, anche se limitato, parziale”.