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È stata presentata oggi a Roma, all’assemblea nazionale di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, l'ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto del settore energia e petrolio (oltre 37.000 i lavoratori interessati), in scadenza il 31 dicembre 2018. Ora la parola spetta alle assemblee dei lavoratori per consentire l'avvio delle trattative - presumibilmente a gennaio - con Confindustria Energia, l'associazione imprenditoriale di riferimento, alla quale è già stata inoltrata la lettera di disdetta.
La richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 1° gennaio 2019-31 dicembre 2021 farà riferimento all’accordo interconfederale, siglato il 9 marzo scorso, che prevede la conferma dei due livelli di contrattazione, quello nazionale (Tem e Tec) e quello integrativo aziendale. Per quanto riguarda il Tem (trattamento economico minimo), questo dovrà essere realizzato riconoscendo l’aumento del costo della vita nel triennio, attraverso l’indice Ipca collegato al salario di riferimento. Invece, il Tec (trattamento economico complessivo) si riferirà ai positivi indicatori di andamento del settore.
“Questa è una richiesta coerente – dicono i rappresentati delle tre sigle di categoria – con il contesto economico generale, in cui si colloca questo rinnovo, che evidenzia una ripresa industriale nel settore, in progressivo consolidamento, che ci offre uno scenario più positivo e migliori aspettative nelle quali collocare le nostre mirate rivendicazioni. Gli stessi margini di raffinazione stanno producendo risultati soddisfacenti”.
Sul versante del welfare, la richiesta è di potenziare la previdenza complementare (Fondenergia), richiedendo l’aumento del contributo datoriale con l’ipotesi di un aumento maggiorato per i giovani, che risultano più penalizzati dalle varie riforme pensionistiche.
Sul tema della salute e sicurezza, tra le rivendicazioni, emerge quella di prevedere una figura di Rlsa, un responsabile di sito, a capo di un coordinamento dei rappresentanti dei lavoratori su salute e sicurezza delle aziende insistenti nell’area, comprese le imprese in appalto, per le quali vanno previste specifiche agibilità sindacali, per la sicurezza interna ed esterna alle aziende, dei lavoratori, del territorio e delle produzioni.
Per quanto riguarda l’occupazione, soprattutto quella giovanile, e il mercato del lavoro, l’attenzione dovrà indirizzarsi verso la lotta alla precarietà, attraverso l’inserimento di vincoli all’utilizzo degli strumenti di flessibilità in entrata, privilegiando i contratti di apprendistato professionalizzante e condividendo percorsi di accrescimento professionale. Nelle intenzioni dei sindacati, vi è anche la creazione di un terzo, nuovo fondo, destinato al sostegno al reddito e finalizzato alla gestione dei processi di innovazione, riorganizzazione e riqualificazione aziendale.