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"No ai muri d'Europa", è lo slogan lanciato da Fausto Durante, coordinatore area politiche europee della Cgil nazionale, ai microfoni di RadioArticolo1, alla vigilia del vertice europeo sull'immigrazione, che si terrà oggi a Bruxelles. "Malgrado gli annunci fatti ripetutamente dal nostro premier sulla priorità dell'emergenza migranti, da un anno a questa parte il problema è cresciuto enormemente, senza che sia stata messa in piedi una sola iniziativa concreta da parte dell'Italia o da parte dell'Europa per cercare di risolvere la questione. La storia, purtroppo, non ha insegnato nulla alle persone attualmente incaricate di decidere le sorti delle politiche dell'Unione (ascolta il podcast integrale).
"L'ultima scelleratezza, in ordine di tempo – ha continuato il dirigente sindacale – sono i muri che si vanno costruendo ai confini dell'Europa per non far entrare chi cerca di scappare da guerre, fame, carestie ed epidemie. In Spagna è già una realtà: esiste una vera e propria barriera di metallo a Ceuta e Melilla, mentre in Ungheria si è appena deciso di costruire una barriera lungo il confine con la Serbia. Ma c'è un altro muro, stavolta virtuale, ma ancora più spesso e impenetrabile, che separa l'Italia dal resto dell'Europa, come testimonia quello che accade a Ventimiglia e anche in altre zone del nostro Paese: è il muro del trionfo degli egoismi nazionali, della paura che gli immigrati ci portino via il nostro benessere ed erodano il nostro welfare. E c'è anche una grandissima ipocrisia tra noi italiani, di chi fa finta di non vedere che con i soldi e i contributi versati dagli immigrati noi riusciamo a pagare stipendi e pensioni dei nostri concittadini. Quello che più mi preoccupa è il fallimento culturale esistente dell'idea di integrazione europea".
"A proposito del vertice europeo di oggi – ha rilevato ancora l'esponente Cgil –, ci sono due temi su cui siamo particolarmente concentrati: il primo, è quello dell'immigrazione, che richiede uno scatto in avanti. L'Unione non può più continuare a giocare sui numeri dei migranti in arrivo, che sono peraltro cifre ridicole. Basta con atteggiamenti cinici e irresponsabili da parte della maggior parte dei governi europei, che rifiutano un piano di inclusione dell'Ue sui migranti. In tale ambito, le parole d'ordine devono diventare accoglienza e solidarietà".
"L'altra grande questione sul tavolo è quella della Grecia, che le istituzioni dell'Unione devono riconoscere attraverso un accordo che vincoli il governo Tsipras a presentare un piano di ripianamento del debito, salvaguardando nel contempo i diritti di lavoratori e pensionati greci, che sia insomma un'intesa socialmente sostenibile. L'Europa nasce o muore nel Mediterraneo, come abbiamo ribadito in occasione della nostra recente manifestazione, ma l'Europa nasce o muore anche sulla Grecia. C'è ancora un'idea solidale dell'Europa? Io spero proprio di sì, altrimenti vorrà dire che il germe dell'autodistruzione dell'Unione si sarà già innescato", ha concluso il sindacalista.