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“Le dichiarazioni di Boeri sulle misure pensionistiche contenute nella legge di bilancio sono sconcertanti”. Non usa mezze misure Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil nazionale, per commentare le parole del presidente dell'Inps Tito Boeri, che intervenendo oggi, 23 gennaio, a un convegno a Milano ha sostenuto che "quanto stabilito aumenta la spesa pensionistica incrementando la generosità di trattamenti su categorie che hanno già fruito di assegni più vantaggiosi di chi ne potrà fruire in futuro".
Per il dirigente sindacale “utilizzare le parziali, e per noi ancora insufficienti, risposte che il governo ha iniziato a dare ai pensionati con i trattamenti più bassi, ai lavoratori precoci e a chi svolge lavori gravosi o usuranti, per alimentare una contrapposizione intergenerazionale, è del tutto improprio e strumentale. Sostenere poi – prosegue Ghiselli – che i trattamenti migliorativi riguardino categorie di reddito elevate, come i manager, è una pura invenzione, in quanto la cosiddetta quattordicesima verrà erogata solo a chi ha una pensione non superiore a due volte il minimo (circa 1.000 euro al mese)”.
“Con questi primi interventi – spiega ancora Ghiselli – è stato introdotto un minimo di equità, se si tiene conto che in questi anni i pensionati e i lavoratori dipendenti hanno contribuito oltre misura al risanamento dei conti pubblici. Lo dimostra il fatto che il Fondo pensioni lavoratori dipendenti incrementa costantemente il suo attivo, mentre altre gestioni, come quella dei dirigenti, minacciano la sostenibilità futura dell’Inps”.
“Il tema del futuro previdenziale dei giovani e del lavoro discontinuo e povero – continua il segretario confederale della Cgil – è contenuto nel verbale sottoscritto da governo e sindacati lo scorso mese di settembre. Il sindacato ha di recente sollecitato il presidente del Consiglio e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali a riprendere il confronto su quel tema e ci auguriamo – conclude Ghiselli – che questo possa avvenire al più presto e che si diano risposte certe a chi oggi, con la legge Fornero, queste risposte ancora non le ha”.
Sempre sul versante previdenziale, da segnalare la lettera scritta dai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro Poletti, per chiedere al governo la ripresa del confronto, con l'avvio della cosiddetta “fase 2” del verbale sottoscritto con il governo a settembre, "per una rivisitazione – si legge nella lettera – degli aspetti di sistema per i quali si era assunto l'impegno di una apertura del confronto all'inizio del 2017". "È altresì opportuno – aggiungono i tre segretari – avere un confronto preventivo sulle parti della Legge di bilancio per le quali è prevista l’adozione dei Dpcm per l'effettivo avvio delle misure relative al capitolo precoci, all'accesso all'Ape agevolata e al prestito pensionistico. Per l'insieme di queste ragioni chiediamo, in tempi brevi, la convocazione di un incontro per la ripresa del confronto", concludono Camusso, Furlan e Barbagallo.