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Giovedì 6 dicembre un gruppo di lavoratori precari della ricerca appartenenti ai tre istituti di area bolognese dell’ Istituto Nazionale di Astrofisica si è riunito in assemblea e ha dato vita al coordinamento: Precari Inaf Bologna (PrecarInBò). Il coordinamento ha deciso di aderire allo stato di agitazione nazionale promosso dalla Flc Cgil e ha dato il via libera all’insediamento dell’ assemblea permanente.
"Questa iniziativa - si legge in una nota del neonato comitato - si innesta nel quadro nazionale più ampio in cui i lavoratori precari della ricerca chiedono che finalmente vengano attuate delle misure soddisfacenti al superamento del precariato all’ interno degli enti pubblici di ricerca. Le dimensioni di questa disfunzione sono accresciute negli anni fino a raggiungere proporzioni imbarazzanti per un paese che voglia crescere nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Infatti - prosegue la nota - oltre il 40% del personale di Ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) contribuisce quotidianamente all’ eccellenza scientifica, riconosciuta a livello internazionale, dell’Inaf svolgendo il proprio lavoro attraverso la reiterazione di contratti a termine: molti di questi si susseguono da oltre 10 anni con le più svariate tipologie contrattuali.
I Ricercatori precari chiedono alle istituzioni competenti che: la legge di Bilancio in discussione predisponga "fondi adeguati al definitivo superamento del precariato negli Enti di Ricerca, garantendo la copertura finanziaria necessaria alla piena applicazione del D.Lgs. Madia (75/2017), mentre lo stanziamento speciale attualmente previsto è sufficiente ad assumere stabilmente meno del 20% degli aventi diritto".
Chiedono inoltre che sia aumentata la dotazione del Fondo Ordinario dell’Inaf, "affinché sia finalmente possibile la pianificazione di un percorso di reclutamento regolare e continuo adeguato alle esigenze scientifiche dell’Ente". Chiedono che si avviino "senza indugi" le procedure di stabilizzazione del pernsonale precario.
I ricercatori precari chiedono parallelamente all’Inaf di "considerare il superamento del precariato la prima tra le priorità dell’ Ente e adoperarsi in tutti i modi di cui dispone per raggiungere la soluzione più favorevole e rapida possibile per i lavoratori precari, per i progetti in cui sono coinvolti, e dunque per Inaf".