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Mentre prosegue il confronto governo sindacati sul complesso capitolo della previdenza, non si attenuano le preoccupazioni di Cgil, Cisl e Uil circa il destino delle tante, troppe domande respinte di Ape sociale e per lavoratori precoci, le quali restano sospese nonostante i nuovi indirizzi interpretativi estensivi, forniti dal ministero del lavoro.
Proprio per queste ragioni le tre confederazioni hanno chiesto un nuovo incontro urgente al ministro del Lavoro e al presidente di Inps, dopo quello del 25 ottobre, nel quale “erano stati assunti da parte di tutti degli impegni a cercare di riesaminare il maggior numero di casi possibili”, sottolineano nella lettera inviata i segretari confederali Roberto Ghiselli (Cgil), Maurizio Petriccioli (Cisl) e Domenico Proietti (Uil).
Sono passati oltre 15 giorni dal primo incontro e a oggi l’operazione di riesame da parte dell'Inps, con accoglimento delle richieste precedentemente respinte, ha riguardato un numero esiguo di richieste (ben al di sotto di 3.000), a fronte di 44.106 respinte su un totale di domande presentate di 65.972. Un fatto, sottolineano i sindacati nella lettera, che rischia di “compromettere il diritto a migliaia di persone di beneficiare degli importanti strumenti, nati dal confronto sindacale con il Governo e inseriti nel verbale di sintesi sottoscritto il 28 settembre 2016”.
Pur apprezzando lo “sforzo con il quale l’Istituto ha accolto positivamente alcune richieste respinte”, i sindacati segnalano come “sono ancora diverse le questioni irrisolte, che devono essere affrontate”. In particolare, resta il nodo delle domande dei lavoratori addetti ad attività gravose, respinte in grande numero, che dovrebbero essere state inviate dall’Inps al ministero del Lavoro, in attesa di una nuova verifica con il coinvolgimento degli enti preposti (Inail, Anpal e ministero del Lavoro). Così come rimane l’interrogativo legato alle richieste, che sono state ugualmente rigettate, perché la documentazione è stata presentata oltre il termine del 15 di luglio.
Altrettanto problematica rimane la questione delle richieste respinte di quanti hanno utilizzato periodi di contribuzione estera per far valere il diritto all’Ape sociale e che si sono visti respingere la domanda perché l’Inps ha inizialmente fornito un'interpretazione restrittiva (ritendendo ininfluenti tali periodi per il raggiungimento del requisito contributivo). Posizione successivamente modificata ed espressa nel messaggio numero 4170 del 24 ottobre, ma senza nessun impegno ad avviare il riesame delle richieste respinte.
Per tutte queste ragioni, Cgil, Cisl e Uil ribadiscono l’urgenza di un altro incontro “per affrontare nel migliore dei modi le problematiche aperte, anche in ragione dell’imminente scadenza per la presentazione delle nuove domande entro il 30 novembre”.