Sono circa 2.000, nel biennio 2017-2018, i potenziali beneficiari della cosiddetta Ape social e del pensionamento anticipato per i lavoratori precoci in Friuli Venezia Giulia. La stima è della Cgil regionale, che non manca, però, di ribadire le proprie preoccupazioni per i pesantissimi ritardi che continuano a segnare il percorso di attuazione delle due misure: "Ritardi – dichiara il segretario regionale, Villiam Pezzetta – che rischiano di compromettere o quantomeno di far slittare l’accesso ai benefici in questione. A un mese dal termine annunciato per la presentazione della prima domanda all’Inps, siamo ancora in attesa della pubblicazione dei decreti: questa ulteriore impasse fa slittare inevitabilmente anche i tempi di uscita della circolare applicativa dell’Inps, che dovrà definire nel dettaglio le procedure da seguire e sciogliere i possibili dubbi interpretativi". Da qui, la preoccupazione della Cgil e del patronato Inca, i cui sportelli stanno iniziando a raccogliere le richieste e a istruire le pratiche, anche se solo dopo l’uscita della circolare Inps sarà possibile inoltrare le domande all’istituto.
L’iter. La Cgil ricorda come la prima domanda, da presentare entro il 15 luglio, non sarà la domanda di pensionamento in senso stretto, ma avrà carattere esplorativo, essendo volta solo all’accertamento dei requisiti da parte dell’Inps, che dovrà pronunciarsi entro due mesi. Solo se la risposta dell’istituto sarà positiva, sarà possibile presentare la domanda di pensione. Per le richieste pervenute all’istituto dopo il 15 luglio, e ovviamente in presenza dei requisitri richiesti, potrà esserci un accesso ai benefici già quest’anno, ma solo nel limite delle risorse stanziate dalla Finanziaria per il 2017. In caso contrario, il pensionamento sarà posticipato al 2018. Infine, per quanto riguarda coloro che matureranno i requisiti solo il prossimo anno, il termine per la presentazione della prima domanda, nel 2018, è fissato al 31 marzo.
Platea ristretta. Se a livello operativo l’attenzione del sindacato è tutta concentrata sulla pubblicazione dei decreti, attesa a giorni, il giudizio sulle misure resta condizionato dall’esiguità della platea: "Con una stima nazionale di 60.000 beneficiari quest’anno e poco più della metà il prossimo – commenta il dirigente sindacale – è evidente che non siamo in presenza di due novità che possano incidere significativamente sulla rigidità della 'Fornero'. Così come non potrà incidere, quando sarà pubblicato anche il relativo decreto, che sconta ritardi ancora più pesanti, l’Ape volontario, perché troppo oneroso. Ecco perché la Cgil chiede con forza l’apertura della fase due del confronto sulle pensioni, per individuare misure concrete a sostegno dell’occupazione e del futuro previdenziale dei giovani e delle categorie deboli come i disoccupati in età avanzata, per discutere di previdenza complementare e di rivalutazione delle pensioni, per trovare soluzioni definitive anche su altre questioni mai definitivamente risolte come la piaga degli esodati".