Il 25 gennaio del 2016 il giovane ricercatore universitario, Giulio Regeni, veniva arrestato al Cairo, in Egitto, e qui, in seguito, torturato e ucciso. Per questo triste anniversario Amnesty International ha ancora una volta organizzato fiaccolate in tutta Italia per chiedere giustizia e verità per Giulio. Perché a 4 anni di distanza, nonostante le mobilitazioni e l’impegno dei genitori di Giulio, ancora le autorità egiziane non rendono noti i nomi di chi ha ordinato, di chi ha eseguito, di chi ha coperto e ancora copre, attraverso depistaggi e promesse non mantenute, il sequestro, la tortura e l’omicidio di Regeni. La madre e il padre di Giulio, Paola Deffendi e Giulio Regeni, sono tornati a chiedere al governo che sia richiamato l’ambasciatore italiano al Cairo. E’ infatti la mancanza di assunzione di responsabilità per parte politica che viene ritenuta tra le principali cause della mancata giustizia sulla tragica vicenda. Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, pesano gli interessi economici che legano Italia ed Egitto: “Quando noi leggiamo che gli scambi commerciali sono in crescita, che c’è sintonia politica e massimo accordo su alcuni temi, quando l’Italia, ai forum internazionali, manca di denunciare l’Egitto per la situazione dei diritti umani e nelle missioni al Cairo si fa il nome di Giulio in maniera rituale in mezzo ad altri dieci argomenti, è chiaro che ci sono interessi superiori a quello supremo della verità per Giulio.
Quattro anni senza Giulio
Fiaccolate in tutta Italia per chiedere giustizia e verità per Giulio Regeni, il ricercatore torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Con Riccardo Noury, Amnesty International, e la voce di Claudio Regeni. A cura di Simona Ciaramitaro
24 gennaio 2020 • 15:06