Una lunga serie di notti passate con sacchi a pelo e brandine all'interno della sala consiliare del Comune di Montefredane. È la mobilitazione dei 117 operai della Novolegno, realtà irpina in cui si producono pannelli. Da settimane combattono per trovare una valida alternativa all'incubo del licenziamento collettivo che dal prossimo maggio rischia di assumere contorni assolutamente reali. Per abbattere il costo del lavoro, il gruppo Fantoni, ha già da tempo delocalizzato in Slovenia e Serbia buona parte della produzione. Nelle scorse settimane lo società ha annunciato un investimento di 25 milioni di euro nel proprio sito principale, a Osoppo, in provincia di Udine, confermando che al termine degli ammortizzatori sociali (14 maggio 2020) lascerà morire la fabbrica della zona industriale avellinese, ferma da quasi un anno. Intanto le maestranze non si rassegnano e stanno tentando il tutto per tutto per coinvolgere l'opinione pubblica e la politica per trovare valide alternative di rilancio. I sindacati e le istituzioni locali chiedono un incontro al Ministero dello sviluppo economico per presentare un piano che permetta di proseguire le attività e risanare i danni ambientali causati da anni di incuria e mancati investimenti.
Novolegno: futuro in trucioli
Da oltre una settimana sit-in delle maestranze del sito del gruppo Fantoni nella sala consiliare di Montefredane. Obiettivo: salvare 117 posti di lavoro. Con Pasquale Sorriento, Rsu Fillea Cgil Avellino. A cura di Davide Colella
23 gennaio 2020 • 16:54