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Tanto tuonò che piovve. Come da tempo la Cgil e le sue categorie denunciano, la legge Calderoli mina il contratto collettivo di lavoro, rischia di mettere in competizione le regioni tra loro tra quelle che possono pagare di più lavoratori e lavoratrici autonomamente reclutati rispetto alle altre. Vale per medici infermieri ed insegnanti, e vale per vigili del fuoco e personale della protezione civile, ad esempio. Ed è tanto vera la preoccupazione di quanti insieme al sindacato hanno dato vita al Comitato promotore del referendum contro l’autonomia differenziata che in meno di due mesi ha raccolto 1milione e 300milla firme, che nella prima riunione tra Calderoli e le 4 regioni che vorrebbero arrivare rapidamente alle intese per la devoluzione delle materie dando così avvio alla disgregazione del Paese, il tema del reclutamento del personale è stato messo sul tavolo.
Inevitabile la contrarietà della categoria della Cgil che rappresenta e tutela questi lavoratori e lavoratrici. Il segretario nazionale Fp Cgil Florindo Oliverio e il coordinatore nazionale Fp Cgil, Mauro Giulianella, hanno preso carta e penna e scritto una lettera al ministro dell’Interno Piantedosi, sottolineando i rischi che la disgregazione del sistema del soccorso porterebbe con se.
“Da tempo assistiamo al tentativo maldestro messo in atto da una minoranza politica, oggi governativa, di regionalizzare il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco”. Si legge nella missiva che prosegue: “Dopo alcune inaccettabili dichiarazioni su modelli irrealizzabili rilasciate qualche tempo fa da un assessore del Veneto prendiamo ora atto, attraverso gli organi di stampa, che nell’avvio di discussione sulla controversa riforma denominata ‘autonomia differenziata’, nella prima riunione fra il Ministro competente e quattro regioni del Nord, il governatore del Veneto ha chiesto, parlando di Protezione Civile, ‘competenza sul reclutamento e coordinamento dei Vigili del Fuoco’. Ebbene: disgregare il Corpo che riesce a rispondere ad ogni esigenza proprio perché strutturato su scala nazionale rimane, a nostro avviso, la peggiore soluzione per il Paese e per l’intero impianto del soccorso”.
Non tutti conoscono nel dettaglio, come è ovvio, la peculiarità del Corpo dei vigili del fuoco, anche se il ministro dovrebbe, per questa ragione i dirigenti sindacali aggiungono: “Proprio perché struttura nazionale specializzata nella prevenzione e nel soccorso tecnico urgente, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco è denominato, così recita il Codice della Protezione Civile, ‘componente fondamentale del sistema di protezione civile’, spina dorsale unica e nazionale rispetto ad un sistema, quello di Protezione Civile, già facente parte delle materie concorrenti”.
“Gentile Ministro – si legge ancora -, riteniamo che sull’argomento sia necessaria una presa di posizione forte da parte della S.V. che scongiuri l’idea di frammentazione, secessione e regionalizzazione del Corpo nazionale, accantonando definitivamente certe idee separatiste. Gli obiettivi puramente politico elettorali fanno male a tutte e tutti, in particolare al personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che, ne siamo certi, insieme alla cittadinanza, farà sentire forte la sua opposizione sostenendo il fondamentale servizio sociale erogato con professionalità su tutto il territorio nazionale”.
Saprà Piantedosi prendere quella posizione netta e forte contro la frammentazione di quel Corpo che di ben altro avrebbe bisogno che non la frammentazione, magari un piano di assunzioni e di ammodernamento delle dotazioni? Staremo a vedere anche che dubitare è lecito.