Noi dei Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti chiediamo a cittadine e cittadini che abbiano a cuore la Costituzione del ’48 di firmare per l’abrogazione della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata e consentire il referendum su di essa nella prossima primavera.

Lo chiediamo perché riteniamo la revisione del Titolo V della Costituzione del 2001, come ha detto Landini nell’ultimo congresso della Cgil, una Legge costituzionale sbagliata, approvata da “disattenti revisori costituzionali”, definiti così dal prof. Massimo Luciani, e giudicata dal compianto prof. Gianni Ferrara un “monumento di insipienza giuridica e politica”. Lo chiediamo perché abbiamo a cuore i principi fondamentali della Carta, non semplici enunciati programmatici, ma norme architrave della nostra civiltà giuridica e del nostro vivere comune: solidarietà, eguaglianza, autonomia, nel limite netto e invalicabile dell’unità e dell’indivisibilità della Repubblica.

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Perché l’Autonomia differenziata colpirà – ovunque risieda - chiunque non abbia risorse personali necessarie per fronteggiare la privatizzazione dei servizi pubblici, cui essa darà nuove e forti spinte. Perché le regioni richiedenti – oltre a “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” legislativa e organizzativa – otterrebbero il trattenimento di una quota del gettito di una o più tra le principali imposte nazionali (Iva, Irpef, Ires ecc) per finanziare i servizi nelle funzioni attribuite.

Lo chiediamo perché consideriamo inaccettabile che già oggi un/una bambino/a del Sud frequenti 1 anno di scuola in meno di uno/a del Centro o del Nord; perché tali diseguaglianze non possono e non devono essere istituzionalizzate; perché non crediamo al grande inganno di un’autonomia differenziata “buona”: l’aggettivo “differenziato” definisce l’attribuzione di diritti sulla base del certificato di residenza. E non crediamo al grande inganno della definizione (che non significa garanzia) dei Livelli Essenziali di Prestazione, che trovano già espressione nel c. 2 dell’art. 3, e che dunque devono essere uniformi su tutto il territorio nazionale.

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Infine lo chiediamo perché sarebbe il coronamento della nostra lotta, che dura da 6 anni. E perché – governo dopo governo, dal 2018 ad oggi – la maggior parte delle carte sono state secretate e l’informazione è stata scarsissima; ma oggi i/le cittadine/i sono finalmente informati/e, molti vogliono esprimersi con il referendum.

Le file ai banchetti per lasciare la propria firma, non scoraggiati dal “Generale estate”, sono la più chiara espressione che noi, il popolo, vogliamo tornare a contare e decidere a difesa della nostra democrazia, che il governo Meloni-Salvini tenta quotidianamente di demolire. Per una firma occorre un attimo, l’autonomia differenziata sarebbe per sempre.

Marina Boscaino - Comitati per il Ritiro di ogni Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti

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