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Ci siamo battuti in Parlamento contro l'Autonomia differenziata e abbiamo sollevato una serie di preoccupazioni per il futuro del nostro Paese. La nostra opposizione si è articolata su più fronti, a partire dalla mancanza di dibattito e trasparenza che ha caratterizzato l'iter del provvedimento. Siamo critici verso la maggioranza per aver portato in Aula un cambiamento epocale espropriando di fatto il Parlamento del diritto/dovere di intervenire su un testo così importante. Questa esclusione non solo limita il confronto democratico, ma nega anche alle opposizioni la possibilità di espletare il loro mandato.
Una delle preoccupazioni principali riguarda le disarmonie e le disuguaglianze che l’Autonomia differenziata potrebbe generare. Temiamo che questa riforma porterà a una spaccatura dell'Italia tra regioni ricche e povere, creando disparità inaccettabili nell'accesso ai servizi fondamentali come la sanità. "Curarsi ad Agrigento non sarà come curarsi a Milano," è una preoccupazione concreta, evidenziando il rischio di un paese frammentato in cui i cittadini non avranno pari opportunità e diritti.
Una questione su cui la maggioranza si è dimostrata miope e sorda è lo scarso consenso attorno al provvedimento. Il progetto non gode del sostegno dei cittadini, come dimostrato anche dai risultati elettorali nel Sud, dove il centrosinistra ha ottenuto una larga maggioranza. Questo indica chiaramente che la popolazione non approva l’Autonomia differenziata, e che il governo sta procedendo senza un reale mandato popolare.
Ci spaventa anche l’impatto economico negativo che verrebbe generato dall’attuazione dell'Autonomia differenziata. La creazione di 21 piccole repubbliche con sistemi fiscali, sanitari ed energetici diversi porterà alla marginalizzazione dell’Italia, scoraggiando gli investimenti. Gli imprenditori, di fronte a un quadro normativo frammentato e incerto, rinunceranno a investire nel Paese, con gravi ripercussioni sull’economia nazionale.
Esprimiamo una preoccupazione di fondo per lo svilimento dell’unità nazionale. Vediamo l’Autonomia differenziata come una minaccia alla coesione della Repubblica, cambiando radicalmente la natura del Paese e mettendo a rischio l’unità stessa. Il referendum abrogativo rappresenta una delle vie attraverso cui intendiamo contrastare questa riforma dannosa per il Paese.
Saranno giorni di grande mobilitazione per la raccolta delle firme contro il mercimonio tra Salvini e Meloni, un referendum per ricucire l’Italia, gli Italiani risponderanno in maniera forte perché vogliono l’unità del Paese.
In sintesi, la nostra contrarietà all'Autonomia differenziata si basa su un insieme di preoccupazioni che spaziano dalla mancanza di dibattito democratico alle possibili disuguaglianze regionali, dalla scarsa legittimità popolare ai potenziali danni economici, fino al rischio di una frattura dell'unità nazionale. Un quadro che ci impegniamo a combattere con tutti i mezzi democratici a nostra disposizione.
Filiberto Zaratti - Verdi