Montecitorio come un seggio elettorale. La piazza simbolo delle nostra Repubblica è stata “occupata” da una cabina elettorale e cinque urne, tante quanti i referendum sul lavoro e la cittadinanza, insieme a decine di matite e schede.

Un’azione simbolica ma fondamentale per dire ad alta voce “lasciateci votare” e ribadire che “il voto è la nostra rivolta” perché senza partecipazione non c’è democrazia. E i referendum sono l’unico strumento di democrazia diretta che deve essere garantito a tutte e tutti.

Il flash mob e il presidio – organizzato dai promotori dei referendum su lavoro e cittadinanza e dalle reti studentesche e giovanili dei comitati – è stato promosso per chiedere il voto per i fuorisede ma anche per avere una corretta informazione sui quesiti referendari e l'election day, in occasione dell'incontro a palazzo Chigi con il governo.

"Abbiamo fretta di votare", "Reintrodurre l'articolo 18? Subito”, “Riforma della cittadinanza? Basta attese”, “Ma quando si vota?" sono solo alcuni dei cartelli esposti in piazza dove si sono uniti anche ai manifestanti anche Maurizio Landini, Riccardo Magi e Antonella Soldo, prima di entrare a Palazzo Chigi per l'incontro con il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano.

I comitati promotori chiederanno "tre cose molto precise” ha spiegato Landini ai giornalisti prima di entrare: “La prima, che ci sia un election day e che amministrative e referendum siano concentrati in un'unica data; la seconda, che venga fatto un provvedimento che permetta a tutti i fuori sede, lavoratori e studenti, di poter votare, stiamo parlando di milioni di persone a cui questo diritto deve essere garantito; terzo, chiederemo che gli italiani che sono all'estero siano messi nelle condizioni di essere a conoscenza del referendum e di poter esprimere il loro voto''.

Il segretario di Piu' Europa è entrato nella sede del governo con un 'matitone' gonfiabile, un gesto simbolico per il diritto di voto. Perché come ha ribadito il leader della Cgil“diventa importante che anche il governo e le forze politiche diano chiare indicazioni di andare a votare. Poi, cosa votare, ogni cittadino e ogni forza politica lo decide in modo libero''.

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