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I segretari generali della Cgil sul territorio hanno commentato la sentenza di inammissibilità con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il quesito referendario per abrogare l’autonomia differenziata. La battaglia continua, è in sostanza il messaggio delle strutture regionali, in linea con il commento del segretario generale Maurizio Landini. La macchina organizzativa intanto si muove per portare i cittadini a votare i cinque referendum accolti. Al lavoro e alla lotta.
Alfio Mannino, Cgil Sicilia: “La battaglia contro l’autonomia differenziata continua. Avanti tutta con i referendum”
“Continuiamo a ritenere che l’autonomia differenziata sia una misura nefasta per il Mezzogiorno e per la Sicilia e continueremo a contrastarla con tutti i mezzi a nostra disposizione. Sarà comunque una stagione referendaria importante per ridare dignità al lavoro e liberarlo da sottosalario, sfruttamento, precarietà e per allargare i diritti di cittadinanza”. Questo il commento del segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, dopo la sentenza di inammissibilità del quesito sulla legge Calderoli, emessa dalla Consulta, e il via libera agli altri referendum.
“La battaglia contro l'autonomia differenziata ora continua – aggiunge Mannino – affinché il Parlamento corregga la legge secondo le indicazioni della Corte Costituzionale e per riportare sui giusti binari le politiche nazionali per lo sviluppo del Sud del Paese e della nostra regione. Il governo regionale si adoperi a favore della Sicilia in questi delicati passaggi”.
Nicola Ricci, Cgil Napoli e Campania: “Negata dignità a volontà di chi ha sottoscritto referendum”
“Le motivazioni preliminari della Corte Costituzionale che dichiara inammissibile un quesito referendario su sei, proprio quello sull'autonomia differenziata, nega dignità alla volontà di migliaia di cittadini che lo hanno sottoscritto”. Così il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. “In queste ore, comunque – precisa Ricci – la nostra organizzazione è mobilitata per avviare la campagna elettorale per portare al voto milioni di elettori, con l'obiettivo di raggiungere il quorum sugli altri referendum, quelli sul Jobs Act e la cittadinanza”.
“La strada del referendum scelta dalla Cgil è l’unica possibile per riformare il Paese su aspetti costituzionalmente rilevanti che riguardano la vita dei lavoratori e dei cittadini italiani. Rimane a caldo una grande amarezza per il diniego della Corte, confidando nell’imparzialità della stessa. Nelle prossime ore – conclude Ricci – avvieremo una campagna di assemblee nei luoghi di lavoro e iniziative pubbliche in tutta la Campania, nelle quali sosterremo con forza le ragioni del sì all’abrogazione delle leggi oggetto dei cinque referendum”.