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Un confronto aperto tra il sindacato e il governo. Questa mattina (18 giugno) la Flai Cgil ha discusso con i ministri Stefano Patuanelli e Andrea Orlando. Sul tavolo delle giornate di Futura 2021 il lavoro e le tutele dell'occupazione oltre lo sfruttamento. Da un lato l'emergenza del caporalato, dall'altro l'urgenza di garantire sostegno al reddito e ammortizzatori sociali per chi lavora nell'articolato mondo della produzione agroalimentare: gli essenziali rimasti, però, troppe volte invisibili anche agli occhi dei legislatori.
Sul fronte dello sfruttamento della manodopera Patuanelli, alla guida del dicastero delle Politiche agricole, ha rilanciato l'impegno a garantire un reddito dignitoso a chi lavora nelle nostre campagne: "I lavoratori nei campi italiani, africani, indiani sono esseri umani e devono aver garantiti i diritti e un lavoro di qualità. - ha dichiarato - Il lavoro che non vogliamo è quello dello sfruttamento della debolezza di alcuni soggetti che porta al pericolo quando si va a lavorare e durante il lavoro di una vita debole e fragile, che non garantisce la dignità".
Più volte nel corso del dibattito è emersa la necessità di dare piena attuazione alla legge contro il caporalato, efficace nella parte repressiva ma ancora largamento inapplicata sul fronte della prevenzione. Basti pensare che la rete del lavoro agricolo di qualità è attiva solo in poche province e poche imprese rispondono alla chiamata . "Credo che gli impianti normativi ci siano - ha ammesso Patuanelli - ma bisogna svilupparne le potenzialità a pieno. La rete del lavoro agricolo di qualità deve essere centrale e va potenziata nell'utilizzo non nel dispositivo normativo. Da parte mia - ha aggiunto - il primo impegno è garantire agli agricoltori reddito dignitoso e lo facciamo con i ragionamenti sulle filiere: aver inserito 1,2 miliardi nel fondo complementare del Pnrr per i contratti filiera ha questo come obiettivo principale". Un giudizio condiviso anche da Andrea Orlando che nel 2016, da ministro della Giustizia, assieme a Maurizio Martina all'epoca all'Agricoltura, aveva fortemente voluto la legge 199.
Con l'occasione, quindi, Giovanni Mininni, segretario generale della Flai, ha rilanciato la richiesta avanzata ormai da tempo dalla Cgil ovvero che quella norma "sia applicata in tutte le sue parti, nell’ottica della prevenzione proprio a cominciare dall'istituzione in tutta Italia delle sezioni della rete del lavoro agricolo di qualità”. In questo senso, buone notizie sono arrivate da Tatiana Esposito, della direzione generale delle Politiche dell'Immigrazione e dell'Integrazione del ministero del Lavoro che durante l'evento ha annunciato l’attivazione di un help desk anti-caporalato che partirà da questa settimana, dalle aree del mezzogiorno e sarà attivo in 9 lingue anche su whatsapp. "Un esempio concreto per dire che si può agire da subito” ha commentato il dirigente sindacale.
Al capitolo tutele dell'occupazione, invece, Orlando ha confermato quanto già anticipato in queste ore: se è vero che il governo è al lavoro su una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali è anche vero che non sembra aprirsi all'orizzonte alcuna possibilità di prorogare il blocco dei licenziamenti così com'è stato finora oltre la fine del mese di giugno. "Non sarà un'ecatombe di posti di lavoro - secondo Orlando - ma è ovvio che più lo sblocco sarà graduale meglio si riuscirà a gestirne l'impatto". Giovanni Mininni spiega però che il problema è l'impostazione di fondo. Quello che andrebbe compreso è che un passaggio difficile e delicato come quello che attraverseremo va governato e non lasciato alla libera volontà delle imprese. "Anche perché - prosegue - bisogna evitare che si verifichino episodi gravi e drammatici come quello avvenuto a Novara". il riferimento è alla morte di Adil Belakhdim, sindacalista del SiCobas, investito e ucciso oggi da un camion durante un presidio davanti a un magazzino Lidl. "Piena solidarietà ai suoi familiari e ai suoi compagni di lavoro. E' un fatto una gravità inaudita che non doveva succedere e non dovrebbe accadere mai ma che ci ricorda anche l'importanza di non lasciare le persone alla disperazione. Non ce la possiamo cavare ragionando semplicemente sulle stime di quanti verranno licenziati. La responsabilità morale che abbiamo come sindacato e come forze politiche è intervenire a sostegno per evitare che le persone siano lasciate sole. Se così non sarà il rischio è che episodi come quello odierno si ripresentino nel prossimo futuro".