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Il potenziamento del protagonismo individuale è avvenuto attraverso un doppio movimento. Si è creato un sistema che cerca di disintermediare le relazioni e di gestire grandi masse di lavoro con minimi investimenti e nessuna tutela sindacale. Nuove forme d'intermediazione attuate attraverso le piattaforme digitali online che consentono ai consumatori di accedere direttamente ai produttori, ai fornitori di servizi e ai creatori di contenuti, bypassando le tradizionali catene di distribuzione. I marketplace online (Amazon) o le piattaforme di ride-sharing (Uber), le piattaforme di food delivery (Deliveroo, Uber Eats, Just Eat) e l' entertainment via web con i servizi di streaming hanno permesso alle piattaforme di esercitare un controllo sempre maggiore sul comportamento degli utenti, influenzando le loro decisioni e le loro opinioni.
In nome del potenziamento del protagonismo individuale, intensi processi di disintermediazione sociale hanno portato alla frammentazione della società e alla perdita della dimensione collettiva. I computer sono al centro dei processi d'individualizzazione o di personalizzazione tipici del neoliberismo e delle tecnologie governamentali dell'informatica del dominio e sono diventati lo strumento principale per il potere, che mira a creare individui isolati e auto-organizzati, privi d'intermediazione e di tutela dei diritti. L'ambito collettivo si è svuotato ed ha lasciato il posto al mercato che è diventato un'etica con le sue manifestazioni di biopotere.,
In questo scenario, le istituzioni politiche, fra cui il sindacato, sembrano tutt'ora incapaci di affrontare le sfide del XXI secolo, continuando a utilizzare schemi concettuali del XX secolo. Una di queste sfide riguarda lo spazio infrastrutturale contemporaneo. Le infrastrutture fisiche, ferrovie, autostrade, la stessa internet, sono nate nel secolo scorso su un misto d'investimenti pubblici e privati. Con l’avvento del capitalismo delle piattaforme, i governi, le istituzioni pubbliche, le organizzazioni non governative (Ong) e tutta la società civile fanno affidamento ormai a Google per ottenere l'accesso a preziose informazioni e sui social network per le loro funzionalità di accesso (comodity).
Oltre la denuncia dei gravi rischi per la convivenza civile e per la democrazia, emergono frequenti inviti a decolonizzare internet attraverso il networking fai-da-te per promuovere l’indipendenza dai Gafam (acronimo per Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft). Emerge da più parti la necessità di promuovere battaglie per il diritto alle infrastrutture pubbliche.
Infrastruttura e negoziati di significato
Ritengo sia necessario cominciare a pensare a un modo concreto per condurre questa battaglia e il sindacato potrebbe far parte di strategie politiche a lungo termine, tese a migliorare le forme di auto-organizzazione di tipo digitale. Il sindacato dovrebbe pensare ai tempi lunghi e iniziare a costruire la propria infrastruttura digitale a partire dal contrasto sia all'egemonia del motore di ricerca Google sia alla filter bubble dei social network. È arcinoto il comportamento del motore di ricerca Google, che personalizza i risultati di ricerca per cercare di far emergere contenuti meglio pagati. Oppure il comportamento di Facebook, che personalizza il feed di notizie di ciascun utente per evidenziare contenuti promozionali.
Concentriamoci sul motore di ricerca. Se facciamo una ricerca con la parola lavoro, nei primi posti della Serp (Search engine results pages), dalla prima schermata di Google emergono innumerevoli attività commerciali e la pubblicazione di offerte lavorative. Se cerchiamo l'argomento licenziamento, ai primi posti della Serp troviamo link all'istituto del licenziamento dal punto di vista del datore di lavoro.
Il variegato paesaggio culturale riguardo alle dinamiche lavorative e alla rappresentanza sindacale con le sue molteplici diversità e i suoi innumerevoli punti di vista, faticano a emergere nelle nostre ricerche, perchè l’algoritmo premia lo sguardo aziendalista ed è necessario essere già alfabetizzati alle logiche e al lessico della promozione e difesa dei diritti dei lavoratori per avere informazioni utili. Non mi soffermo sugli algoritmi che realizzano l’indice e sulla loro pretesa di obiettività, per i quali si rimanda alla vasta letteratura di riferimento,
Ma vorrei far presente anche un altro aspetto, a volte sottovalutato, ed è quello che avviene quando iniziamo a digitare le parole lavoro e licenziamento: si attiva la funzione di autocompletamento (è il suggerimento, una forma di mediazione fra noi e la macchina) che interviene prima ancora di esprimere il nostro pensiero e non abbiamo modo di cambiare i suggerimenti; tant’è, che diventano un sorta di correzione frapposta tra i nostri pensieri e il modo in cui li esprimiamo. È un importantissimo segnale civetta per capire come lavora l’algoritmo predittivo dei motori di ricerca. Si guarda il 'segnale civetta', usato anche dai Seo, i professionisti della scrittura ottimizzata per il web, per vedere le parole più cercate e per capire come creare contenuti di successo. Si vanno a vedere le parole e le frasi che compaiono nella barra per auto-completamento, cioè come Google completa le parole e le frasi.
Per Google, la funzionalità 'suggerimenti alla ricerca' si basa sulle 'previsioni di completamento automatico vengono generate automaticamente, senza l’intervento umano, in base a una serie di fattori oggettivi, come, ad esempio, la frequenza con cui gli utenti hanno cercato un termine in passato' (fonte Google). Oltre a questo, sono incluse le notizie di tendenza, argomenti popolari nella zona geografica rilevata dal geolocalizzatore, che variano nel corso della giornata. Il riferimento ai fattori oggettivi sembra alludere a una neutralità che, in realtà, non esiste, per quanto detto poc'anzi.
I suggerimenti proposti dall’algoritmo rispetto ai prefissi delle parole lav.../oro e licen.../ziamento sono indicati in figura:
Il segnale civetta dei due esempi non ha nulla a che fare con l'espressione della cultura sindacale e, nonostante questa abiti la Rete con siti, blog e riviste online, non ha sufficiente score (punteggio) per comparire ai primi posti della Serp, quelli che vengono maggiormente visitati e digitati.
A partire da questa concreta fenomenologia, potremmo realizzare un search engine del lavoro, con un doppio scopo: fornire un diverso indice di link (Serp) e una funzione di autocompletamento, basato su metadati semantici, come i thesauri del tipo EuroVoc e Eu-Osha e arricchita, ad esempio, con l'Ontology of work (Oow) un vocabolario di parole/termini che descrivono il mondo del lavoro e le relazioni fra i vari attori, come lavoratori, datori di lavoro, sindacati, agenzie di collocamento, e così via. Parimenti, l'Ontology of professional employment (Ope), un'altra ontologia che descrive le competenze e le qualifiche dei lavoratori e le relazioni fra lavoratori, datori di lavoro e agenzie di formazione. Utilizzando una metodologia 'syndicate oriented' per il reperimento delle fonti, altrimenti invisibili nella Serp e attraverso i metadati 'semantici', si evita l'utilizzo dei big data, da cui derivano molteplici problemi di privacy e sfruttamento.
Supponiamo che un lavoratore stia cercando informazioni sui propri diritti in caso di licenziamento. Un motore di ricerca syndicate oriented potrebbe suggerire che il termine 'licenziamento' è correlato ai concetti di 'diritti dei lavoratori e delle lavoratrici' e 'contratti', e potrebbe suggerire ulteriori termini di ricerca pertinenti, come ad esempio 'indennità di licenziamento', 'preavviso di licenziamento', 'diritto alla disoccupazione', 'contenzioso del licenziamento', 'giusta causa di licenziamento', 'rinuncia al diritto di licenziamento', 'rappresentanza sindacale in caso di licenziamento', 'riassunzione dopo licenziamento', e così via.
Inoltre, la funzione di autocompletamento del search engine potrebbe suggerire termini di ricerca correlati, come ad esempio 'tutela dei lavoratori e delle lavoratrici', 'consulenza legale', 'contratti a termine', 'contratti a tempo indeterminato', 'orario di lavoro', 'giornate di malattia retribuite', 'diritto alla formazione', 'diritti dei lavoratori e delle lavoratrici straniere', 'diritto alla maternità', 'protezione della salute e della sicurezza sul lavoro', e così via. In questo modo, il motore di ricerca syndicate oriented sarebbe in grado di fornire un'esperienza di ricerca più completa ed efficace, aiutando i lavoratori a trovare le informazioni di cui hanno bisogno e a comprendere meglio i loro diritti e le loro opzioni, in caso di licenziamento.
L'ambizione dell'artefatto non è quella di sostituire o di mettersi in concorrenza con Google, la cui potenza di calcolo e commerciale non ha rivali, ma basandosi sulla strategia della localizzazione delle fonti sindacali, potrebbe aiutare a ricostituire il ruolo d'intermediazione fra mondo digitale e la cittadinanza lavorativa del sindacato, che diventerebbe soggetto attivo nella trasformazione digitale. L'artefatto é un'offerta concreta e potrebbe rappresentare un utile modello d'infrastruttura pubblica che contrasta l'imponente apparato della governance tecnologica globale che, con le sue manifestazioni digitali, amplifica diseguaglianze e squilibri di potere, impedendo l'esigibilità dei diritti di cittadinanza.
È, e sarà sempre di più, fondamentale ripensare i concetti di negoziati e negoziazione, riferiti ai modelli di pensiero utilizzati nella produzione algoritmica di artefatti in grado di colloquiare con noi. All’indomani dell’imprevisto successo di un'intelligenza artificiale come ChatGpt, che, a dicembre, al suo lancio e in soli cinque giorni, ha registrato oltre un milione di utenti, è sembrato che potesse far vacillare la posizione di Google come punto d'ingresso per le persone su Internet, perché straordinariamente efficace. Ma giocare al gioco del completamento delle frasi attraverso il traino informatico di un insieme finito di dati, che rappresenta una certa istantanea di internet, può essere anche un nuovo tipo di ricerca, ma non è la stessa cosa e l'utilizzo della rete internet si reggerà ancora per molto tempo sulla tecnologia dei motori di ricerca.
Inoltre, lo sforzo per la realizzazione di un motore di ricerca è poca cosa rispetto all'impresa di pre-allenare una AI con un set di dati e un soggetto politico collettivo, come il sindacato, potrebbe ricavare molti vantaggi dalla costituzione di questo tipo d'infrastruttura, perchè 'il maneggiare set di dati' consiste sempre di metadati, di ontologie e corpora e d'ingegneria dei suggerimenti (sotto forma di 'prompt' vedi link a Chi ha paura di chatGPT).
Marzia Vaccari, docente Media digitali e genere, Unibo