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L’impatto della digitalizzazione sulle figure e sui fabbisogni professionali va iscritto nel più ampio tema del rapporto tra digitalizzazione e mercato del lavoro. L’evoluzione delle competenze indotte dalla digitalizzazione interagisce sui cambiamenti della società e dell’economia.
- La sanità e le sue criticità
La progressiva digitalizzazione della sanità incide fortemente sulle principali criticità della sanità italiana, fra le quali su: l’evoluzione del ruolo del Servizio sanitario nazionale nel rapporto tra sistema ospedaliero, medicina territoriale, case di cura e medici di famiglia e il decrescente finanziamento. il rapporto fra Ssn e Ssr. La divisione del Ssn in 21 regioni produce un accesso non egualitario ed equo a tutti i cittadini, perché impedisce l’attuazione.prima di tutto, il principio di solidarietà e di garantire i livelli essenziali di prestazione (Lep). l rapporto tra pubblico e privato in sanità. Le aziende sanitarie private hanno visto una significativa modificazione del proprio ruolo che, da integrativo rispetto agli erogatori pubblici e regolato da convenzioni, è diventato più concorrenziale. Aumenta la concorrenza del privato per attrarre medici, personale ausiliario a partire dagli infermieri dove c’è carenza assoluta. Il ruolo del privato accreditato risulta significativamente differente da regione a regione.
La dinamica degli investimenti in sanità. Gli investimenti di emergenza per il Covid invece di essere stabilizzati si stanno di nuovo riducendo. La Finanziaria 2023 incrementa il fondo sanitario nazionale di una cifra inferiore al tasso d'inflazione. L’impatto del Pnrr . Gli investimenti previsti dal Pnrr in sanità sono prevalentemente in tecnologie e infrastrutturali. Si ha uno sbilanciamento d'investimenti tra il digitale e l’adeguamento organizzativo per rendere operative le molte applicazioni. Non c’è nessun rapporto con la disponibilità delle professionalità sanitarie. Non è possibile fare assunzioni di personale sanitario con competenze digitali in un contesto in cui nell’insieme della sanità è prevista una riduzione di organici Manca la progettualità, le competenze per la realizzazione dei progetti.
2 - Le componenti della sanità
La sanità va affrontata nelle sue varie componenti ognuna delle quali hanno specifiche problematiche. Una prima classificazione può essere così definita: nell’industria farmaceutica, la digitalizzazione, è utilizzata per la individuazione di nuovi farmaci attraverso l’Intelligenza artificiale; con piattaforme dedicate per il monitoraggio dei trial di sperimentazione dei nuovi farmaci; per il sistema distributivo e relativi consumi. Il sistema informativo sanitario. E’ essenziale la definizione di flussi informativi necessari per la governance del Ssn e dei Ssr. Riguarda la gestione dell’insieme dei servizi nel rapporto tra la parte ospedaliera e quella territoriale. I principali sistemi informativi orientati al paziente sono: il Cup, la prescrizione telematica dei farmaci e dei certificati, i sistemi di supporto alla telemedicina, il Fascicolo sanitario elettronico in modo da trasformare le cartelle cliniche in sistemi informativi clinici. La piena funzionalità di tali servizi verso il paziente va anche finalizzata a studi di ricerca. Qui, come in altri campi, per le banche dati sanitari, è necessaria: una interoperabilità e scalarità dei sistemi e la omogeneità della struttura di caricamento dati.
I cluod sono inutilizzabili se i dati sono stati caricati in modo disomogeneo. La medicina da remoto (telemedicina, teleconsulto, teleassistenza). Telemedicina produce un cambiamento strutturale nel rapporto con il paziente e tra sistema sanitario ospedaliero e territoriale. La realizzazione della medicina da remoto oltre la disponibilitàa di una articolata strumentazione necessita di adeguate competenze professionali degli operatori (tutti da formare). Le apparecchiature quali: i sistemi diagnostici medicali con ampio utilizzo di AI per l’interpretazione delle immagini; la robotica degli arti artificiali in cui si stanno sviluppando anche protesi robotiche avanzate; la robotica chirurgica che permette anche interventi operatori da remoto; la robotica assistenziale per il paziente sia in contesti ospedalieri che domiciliari; l’immersive medicine con la realtà aumentata e virtuale anche se sono soluzioni un po’ più lontane come applicazioni.
– L’organizzazione della sanità digitale
L’utilizzo di sistemi e attrezzature digitali modifica le modalità del sistema sanitario in tutte le sue articolazioni. La salute digitale sta modificando in maniera determinante la pratica clinica sotto numerosi aspetti: attività diagnostica; monitoraggio; relazione medico paziente; prevenzione e benessere generale; confronto tra medici. La funzione della digitalizzazione è quella d'integrare e connettere diverse soluzioni quali: cartelle cliniche, canali di comunicazione, appuntamenti e prenotazioni, visualizzazione referti ed esami di laboratorio al fine di permettere un miglior monitoraggio delle condizioni di salute e delle attività assistenziali.
Quando parliamo di trasformazione digitale della sanità, come anche di altri settori economici, parliamo del ridisegno complessivo dei processi organizzativi e produttivi. Quando si propone un riorientamento strategico verso la sanità territoriale, si deve mettere in conto una ridefinizione dell’intero modello di prestazioni sanitarie che si incrociano con le prestazioni assistenziali. Come è successo più volte nella pa, se si acquistano apparecchiature digitali e non c’è un’adeguata l’organizzazione delle strutture, un organico sufficiente e con adeguate competenze, esse rimangono inutilizzate. In sintesi, è necessario reingegnerizzare tutta l’organizzazione. Se non cambi l’organizzazione, qualsiasi sistema informatico non vi entra in sinergia.
Centrale è il compito del management sanitario che deve ripensare i processi, riprogettando i modi in cui i compiti sono attribuiti. Nuovi ruoli e funzioni, per accrescere l’efficacia organizzativa e migliorare la qualità dei servizi. Le competenze manageriali, che si vanno ad aggiungere alle tradizionali competenze cliniche, vanno a potenziare il ruolo fondamentale clinico del medico che collabora con altri attori dell’ecosistema. In sintesi, si devono avere delle complessive competenze di sistema. Ma nessuna tecnologia da sola risolve i problemi, sono i professionisti che imparano a utilizzarla ai fini della risoluzione dei processi di cura.
4 - Figure a fabbisogni professionali per la digitalizzazione sanitaria
Il mercato del lavoro, dal punto di vista delle professioni, evolve in rapporto all’evoluzione e diffusione delle tecnologie digitali. Ci si avvia sempre di più verso sistemi informativi basato sull’Intelligenza artificiale. Ciò richiede, all’interno delle varie strutture sanitarie, ingegneri informatici con conoscenze del sistema sanitario. Qualsiasi informatico che si metta a realizzare uno specifico sistema informativo se non si immedesima nello spirito dell’ambiente in cui deve operare rischia di realizzare un prodotto inadeguato.
Per la digitalizzazione sanitaria si deve individuare e monitorare qualità e quantità delle competenze necessarie. Nelle strutture sanitarie si evolve verso l’integrazione di competenze digitali con quelle per l’esercizio della propria professione, ma diventano necessarie anche nuove figure professionali con competenze emergenti. Ci sono ruoli, se non addirittura intere funzioni, che stanno subendo un profondo processo di reskilling. Ciò significa che molti di queste non avranno un futuro nella loro conformazione attuale, ma potranno riguadagnare la loro strategicità attraverso l’applicazione di nuove modalità operative rese disponibili dall’innovazione tecnologica.
Le competenze richieste, per utilizzare al meglio le tecnologie digitali, si possono articolare in: saper utilizzare gli strumenti digitali utilizzati nella vita quotidiana ma che servono anche nella vita professionale; le digital soft skills trasversali. Utilizzare correttamente la tecnologia per comunicare con i colleghi e pazienti. Capacità di dialogare con i sistemi. Migliorare la produttività. Il tutto permette di gestire il proprio ruolo sia dal lato clinico, tecnico manageriale che da quello relazionale; le competenze tecniche del medico o dell’infermiere per utilizzare strumenti digitali specifici della vita professionale clinica. Parliamo della cartella clinica elettronica, del sistema di supporto alle decisioni cliniche. Competenze per gestire le varie apparecchiature in sala operatoria o in reparto a terapia intensiva. la eLeadership per lo sviluppo di progetti della sanità digitale. Non solo utilizzare strumenti digitali, ma anche co-sviluppare, insieme ad altri attori anche esterni, progetti d'innovazione digitale in sanità. Il medico deve essere anche un leader clinico, un manager della salute pubblica in grado di collaborare con gli altri attori dell’ecosistema avendo una comprensione integrata della pratica clinica, delle tecnologie digitali e della gestione del cambiamento. Come guidarle per poterle introdurre in una struttura sanitaria così come comprenderne i risultati.
5 - Formazione
Una volta individuate le figure e le competenze necessarie per un corretto utilizzo della digitalizzazione nella sanità, si pone la questione di come acquisire le competenze higt tech che si affiancano alle competenze cliniche. Bisogna distinguere tra chi è già è occupato nel sistema sanitario e di chi deve esserne inserito ex novo. Il meccanismo di formazione attuale in medicina è di natura lineare: formazione universitaria, specialistica e poi comincia la formazione continua.
Formazione universitaria. Qui il digitale non deve essere qualcosa di aggiuntivo ma deve essere integrato rispetto a quello che si fa oggi. Il digitale permette alla professione del medico di operare in un modo diverso, più efficace ed efficiente rispetto a quello odierno. Da un lato, vanno a integrarsi con nuove conoscenze e abilità dall’altro vanno a potenziare quelle cliniche aprendo a nuovi scenari di medicina preventiva, di precisione. Formazione continua (life long learning). Man mano che evolvono le competenze higt tech il clinico deve avere l’opportunità di apprenderle. E’ importante che ciò avvenga il più possibile in modo esperienziale. Si abbia cioè la possibilità di realizzare formazione quando sia sollecitata da problematiche emerse sul campo. L’obiettivo ultimo della formazione continua dovrebbe essere non solo di acquisire nuove conoscenze e nuove competenze (conoscenze e skill) ma anche di modificare i comportamenti professionali.
Tutto ciò richiede un adeguamento del sistema di formazione Ecm che non si limiti alla pura acquisizione di crediti formativi. Finora non si è trovata la chiave giusta per modificare i comportamenti professionali. Certificazione delle competenze digitali e manageriali. Le certificazioni rappresentano uno strumento strategico per assicurare che i professionisti, indipendentemente dalla loro attività, abbiano sviluppato competenze digitali attese. Occorre avere la possibilità di verificare se si è realizzato un cambiamento professionale adeguato ed efficace utilizzando anche piattaforme digitali.
Enrico Ceccotti, esperto di economia industriale, già responsabile Consulta Industriale Cgil