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“Fronteggiare il virus e costruire le condizioni per far uscire il Paese dalle emergenze sanitaria, sociale ed economica è una responsabilità collettiva. Ognuno per il ruolo e la funzione che svolge deve fare la propria parte”. Queste le parole usate da Rossana Dettori della segreteria nazionale della Cgil per illustrare ragioni e obiettivi del seminario che la confederazione di Corso d’Italia ha organizzato per lunedì 1° febbraio alle 10 e che verrà trasmesso in diretta streaming su Collettiva. Bisogna capire cosa ha funzionato e cosa no, cosa è necessario fare nell’immediato e cosa progettare e cominciare a costruire per il medio e lungo periodo. Ma occorre, appunto, farlo insieme.
“Chiarezza, trasparenza, informazione, formazione e partecipazione sono determinanti nella gestione della pandemia ed allora una forza come la nostra – aggiunge la segretaria confederale – ha il compito, ma anche l’obbligo, di interrogarsi e confrontarsi con altri sul che fare”. Innanzitutto mettendosi dal punto di vista dei lavoratori, quelli della sanità che continuano ad affrontare una specie di cataclisma con carichi di lavoro e di stress fortissimi che non diminuiscono, ci sarebbe bisogno di nuove assunzioni e di un riconoscimento economico dello sforzo che continuano a compiere ogni giorno, ma nell’ultima legge di Bilancio le risorse non ci sono.
Poi, ricordano in casa Cgil, ci sono quelli che hanno perso il posto, oltre 500 mila persone, spesso precari o collocati nei gradini più bassi della scala. L'indennità di disoccupazione – quando c’è –, il reddito di cittadinanza e di emergenza non bastano, occorre pensare a costruire lavoro. E ancora, i moltissimi che finiranno in cassa integrazione dal 1° di aprile: perché purtroppo, né l’economia, né le produzioni saranno in grado di ripartire. Ecco perché, insistono da corso d'Italia, bisogna prorogare il blocco dei licenziamenti e la cassa Covid almeno fino alla fine dello stato di emergenza (fissata per il 30 aprile) e contemporaneamente riformare in senso universalistico gli ammortizzatori sociali. Senza dimenticare i lavoratori “essenziali”, quelli cioè in servizio durante il lockdown, gli addetti alla grande distribuzione, quelli dei trasporti, gli insegnanti: a tutti loro va garantita sicurezza.
È pensabile lasciare nelle mani di alcune multinazionali copyright e brevetti?
“Per cominciare a immaginare il futuro – insiste la sindacalista – non si può che parlare di vaccini, unico strumento per fronteggiare davvero la pandemia. Certo occorre organizzare bene la campagna di massa, reclutare il personale per la somministrazione del siero, definire criteri e priorità. Ma l’urgenza di oggi sono le dosi che non arrivano. Questo ci pone di fronte ad alcune grandi questioni. Innanzitutto quella economica e contemporaneamente etica: è pensabile lasciare nelle mani di alcune multinazionali copyright e brevetti, mentre nel mondo centinaia di migliaia di persone muoiono? Ed è pensabile farlo visto che buona parte della ricerca è stata finanziata da risorse pubbliche europee?".
Molti si domandano, vista la difficoltà a reperire le dosi necessarie, se l’Italia possieda le capacità tecniche e industriali per produrre direttamente il siero; ci si chiede, ad esempio, se alcune aziende farmaceutiche che da noi realizzano pillole e sciroppi possano riconvertire alcune linee e produrlo. Insomma, è questione economica, ma è anche questione industriale. E forse tutto questo si inserisce in una visione più ampia. La salute è un bene comune? Se la risposta a questo interrogativo è affermativa allora è necessario far partire il cambio di modello economico, sociale, di sviluppo proprio da qui, dalla salute.
Sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati questa mattina nel seminario al quale parteciperanno Renato Costa, commissario straordinario per l'emergenza Covid a Palermo e Provincia; Massimo Galli, direttore Malattie infettive Ospedale Sacco di Milano; Agostino Miozzo, coordinatore del Cts; Lucia Mitello, responsabile Professioni sanitarie Ospedale San Camillo di Roma; e Franco Scarpelli, giuslavorista dell’Università degli Studi Milano-Bicocca. I lavori saranno introdotti e coordinati da Rossana Dettori, le conclusioni affidate al segretario generale della Cgil Maurizio Landini