Non si sente un’eroina, ma una professionista appassionata del suo lavoro. Ora stanca ma non demorde. Antonella Labellarte, delegata sindacale della Fp Cgil Medici e dirigenti del Sant’Eugenio, non si è fermata un attimo nei due anni che ha alle spalle, supplendo, come colleghi e colleghe, non solo alla mancanza antica di personale, ma facendosi carico anche di una parte di lavoro di tipo amministrativo che complicazioni burocratiche le hanno scaricato addosso.
Umanità è la parola che ricorre più spesso nel suo ragionare della cura dei pazienti, quella messa a dura prova dalla fatica e dallo stress e anche dalle battaglie sindacali compiute affinché ai colleghi precari assunti per l’emergenza Covid, venisse rinnovato il contratto. “Incredibile essere stati costretti a combattere anche per questo” ci dice.
Insomma, assunzioni e condizioni di lavoro dignitose sono le richieste della dottoressa Labellarte. A partire dalle lavoratrici, troppo comodo parlare di parità di diritti quando non viene nemmeno garantito quello alla maternità. Alle professioniste che desiderano un figlio e che sono precarie non possono permetterselo, ma anche per colleghi e colleghe visto che l’assenza delle future mamme non viene coperta. Siamo alla vigilia dell’8 marzo, una risposta positiva a questa richiesta sarebbe un bel segnale.