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"Ci opporremo con forza a tagli alle risorse o limitazioni nell'accesso all'Assegno unico ma ribadiamo la necessità che il governo intervenga subito per superare ogni discriminazione, a partire da quella che riguarda i figli residenti nei Paesi d'origine". Lo afferma la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi, commentando la notizia secondo cui il governo starebbe lavorando a una riforma della misura, con tagli delle risorse oggi destinate a coloro che percepiscono il minimo di 57 euro, perché non hanno presentato l’Isee o hanno un reddito superiore ai 45 mila euro.
"Le dichiarazioni della ministra Roccella sull'Assegno unico sono gravi e il suo sarcasmo è davvero fuori luogo”, prosegue la segretaria confederale Barbaresi, in risposta alla battuta della titolare del ministero per le Pari opportunità e la famiglia che aveva ironizzato sulle indiscrezioni pubblicate da Repubblica, affermando che con “noi al governo i marziani sulla terra non arriveranno e le famiglie saranno sostenute”.
“Provveda invece, visto che il governo è in carica ormai da due anni, a rimuovere i requisiti discriminatori all'accesso alla misura, come peraltro richiesto dalla Commissione europea". L’Italia è incorsa, infatti, in una procedura di infrazione europea perché il governo Meloni ha introdotto una clausola relativa alla percezione dell’assegno da parte dei cittadini stranieri, ovvero l’obbligo di residenza da almeno due anni.
La procedura di infrazione, "che oggi la ministra contesta con veemenza, risponde a criticità e discriminazioni che la Cgil ha contestato sin dall'introduzione della misura e che hanno impedito in questi anni a tanti cittadini, comunitari e non, di accedere all'Assegno unico per i propri figli" prosegue la dirigente sindacale, ponendo l’attenzione su una politica dell’emergenza, che continua a basarsi su misure temporanee, invece di immaginare una riforma che vada nella direzione di un sostegno realmente universale e strutturato nei confronti delle famiglie.
“Mancette distribuite qua e là – conclude Barbaresi – mentre sarebbe invece opportuno rafforzare l'unica misura caratterizzata dall'universalità. Non sappiamo cosa succede su Marte, ma nel pianeta Terra le famiglie e la natalità si sostengono con i fatti, non con le battute da cabaret improprie per una ministra della Repubblica”.