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A poco più di un mese dalla scadenza di Quota 100, e in vista del varo delle misure finanziarie per il prossimo anno, sulle pensioni non c'è in gioco solo la questione delle quote e dei criteri per allargare la platea delle uscite anticipate legate ai lavori gravosi e usuranti. C'è anche una grande questione di giustizia e sostenibilità sociale delle scelte politiche che governo e Parlamento si apprestano a fare. Basta analizzare i numeri, come hanno fatto la Cgil nazionale e la Fondazione Di Vittorio in un'analisi diffusa oggi (6 novembre).
Le misure previdenziali della legge di bilancio nel 2022 coinvolgeranno meno di un terzo della platea del 2020, si legge nello studio dell’Osservatorio Previdenza della Fondazione di Vittorio e della Cgi.. Le stime basate su Quota 102, la proroga dell’Ape sociale con l'ampliamento dei gravosi e l'intervento sui disoccupati, dimostrano che saranno solo 32.151 le persone coinvolte da queste misure nel 2022, il 22,6% delle 141.918 domande accolte nel 2020.
Poche domande con l'Ape sociale
“Dai nostri studi – dichiara Ezio Cigna, responsabile previdenza pubblica della Cgil nazionale – sarebbero solo 11.674 le domande di Ape sociale per lavoro gravoso che potranno essere accolte con l'ampliamento previsto in legge di bilancio, e solo 2.013 le donne che potranno perfezionare il requisito di Opzione donna al 31.12.2021 dettato dalla proroga. Molte donne che potrebbero perfezionare il requisito - spiega infatti Cigna - hanno già maturato il diritto negli anni precedenti, dove l’età era più bassa di due anni”. “Nel 2022 - prosegue Cigna - avremo 109.767 uscite in meno su queste tre misure analizzate”.
Basta girarci intorno: serve l'avvio del confronto con il sindacato
Per il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli “è necessario che il governo apra un confronto immediatamente e dichiari la disponibilità a migliorare sin da subito le misure previdenziali contenute nel testo della legge di bilancio”. “Vanno aumentate sensibilmente le risorse previste per la previdenza – ribadisce – per garantire a tutti coloro che svolgono effettivamente un'attività gravosa di poter accedere alle misure previste. Per questo è indispensabile prevedere l'allargamento della platea dei gravosi, estendendo la misura ai precoci, abbassando anche il requisito contributivo per accedere all’Ape sociale”.
“Inoltre – aggiunge – la proroga di Opzione donna rischia di essere una misura inutile, solo per poche donne, motivo per cui occorre abbassare il requisito di età previsto”. Ghiselli ricorda che “da tempo abbiamo presentato unitariamente al governo la nostra Piattaforma, su questa conclude – sollecitiamo nuovamente l’Esecutivo ad aprire un confronto per una legge di riforma del sistema previdenziale”.
L'ANALISI COMPLETA DELL'OSSERVATORIO PREVIDENZA