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“Dopo l’ennesima analisi che dimostra come il lavoro edile sia probabilmente il più gravoso, con il maggior numero di infortuni e malattie professionali, soprattutto tra gli over 55 e over 60, cosa serve per convincere il Governo che i lavori non sono tutti uguali?”. Così Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, commenta lo studio specifico appena pubblicato dall’Inail sulla condizione dei lavoratori edili.
I dati parlano chiaro, “il 30% degli infortuni nei cantieri coinvolge lavoratori over 50, il 13% coinvolge lavoratori over 55. Il 70% delle malattie professionali colpisce lavoratori tra i 50 e i 64 anni, l’11% gli over 65. Un incidente mortale su quattro riguarda gli over 55” prosegue Genovesi. “A questo punto come si fa a mettere sullo stesso piano un lavoratore edile - che lavora sui ponteggi, all’esterno, perennemente al freddo o al caldo, trasportando carichi significativi, ecc. - con un professore universitario, con tutto il rispetto?".
"Noi come parti sociali, con l’ultimo rinnovo del contratto nazionale abbiamo costituito un Fondo nazionale per il prepensionamento e il ricambio generazionale ma questo da solo non basta: il Governo deve ulteriormente rafforzare strumenti di uscita anticipata - prosegue Genovesi - per esempio riconoscendo l’Ape Social agli edili che hanno 30 anni di contributi (e non 36 come oggi) e rendendo strutturale questo o altri strumenti di uscita, in considerazione della gravosità oggettiva e anche della discontinuità delle carriere”.
“Anche per queste ragioni sosterremo la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil su una vera e giusta riforma del sistema pensionistico e tutti i momenti di mobilitazione unitaria che saranno decisi nelle prossime ore” conclude il leader degli edili Cgil.