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Corrono le richieste dell’Isee. È uno degli effetti della rivoluzione dell’assegno unico e universale per i figli. “Il monitoraggio nazionale per quel che riguarda il lavoro dei Caf, tutti i Caf – ci racconta Federico Toccacieli, del Consorzio nazionale dei Caaf della Cgil – dice che nella giornata di oggi (28 gennaio) superiamo quota 2 milioni e 800mila di presentazione di modelli di Dichiarazioni Sostitutive Uniche per il rilascio dell’indicatore Isee. A questo ritmo la previsione è che a fine febbraio si dovrebbe superare i 6 milioni”.
Per capirci, lo scorso anno, confrontando gli stessi periodi, a gennaio i Caf avevano compilato 2 milioni 319mila Dsu, a febbraio un milione e 360 mila. “Con questi dati ci attendiamo un exploit del 50 per cento rispetto agli anni passati”.
Tradotto nelle notizie che arrivano dai Caaf della Cgil sul territorio, che cosa significa? “Significa che quasi tutti i nostri centri stanno registrando il raddoppio dell’attività. L’anno scorso il sistema Cgil ha presentato più di un milione di Dsu, quest’anno arriveremo probabilmente a più di un milione e mezzo almeno”.
Come funziona il sistema messo a punto dai servizi della Cgil? “Il Caaf e Patronato Inca in sinergia tra loro stanno raccogliendo i dati idonei per la presentazione della domanda di Assegno Unico che verrà inviata all’INPS dal Patronato in quanto unico titolare della pratica. Questi per l’Inps sono i mesi di raccolta della documentazione e delle richieste. Il grosso delle problematiche probabilmente arriverà da marzo in poi, quando in tanti non si troveranno più né gli Assegni al nucleo familiare né le detrazioni fiscali per figli in busta paga. Immaginiamo un padre o una madre con famiglia numerosa che si ritrova all’improvviso una busta paga molto più leggera. Tanti di quelli che ora non si stanno ponendo il problema o non si sono informati, a marzo, di fronte a una busta paga alleggerita, correranno ai Caf. Questo anche considerando le stime dell’Inps che ha ipotizzato un totale di circa 7 milioni e mezzo di domande di assegno unico”.
Perché è importante compilare l’Isee? “La premessa – spiega Federico Toccacieli – è che il calcolo dell’assegno unico si compone di una parte fissa e di una parte variabile. La parte fissa che ammonta a circa 50 euro mensili viene erogata anche in assenza della Dsu o con un Isee superiore ai 40mila euro. Basta inviare la domanda per ottenere l’assegno. Viceversa, se hai presentato la Dsu, in base ai vari scaglioni posso calcolare anche la parte variabile, che supera i 50 euro per arrivare anche a una cifra media di 175 euro mensili per figlio per chi ha l’indicatore più basso. Quindi si consiglia la presentazione della Dsu prima di fare domanda per l’assegno unico universale o almeno contestuale”.
Che succede se si presenta la Dsu successivamente? “Il rischio è che, presentando la Dsu nei mesi successivi, ci siano due scenari: se si presenta entro il 30 giugno, l’Inps erogherà in un secondo momento gli arretrati relativi alla parte variabile del beneficio dei primi quattro mesi, da marzo a giugno. Se la Dsu viene presentata dopo il 30 giugno, gli arretrati dei primi quattro mesi non si recuperano più e da marzo a giugno si percepirà solo la parte fissa”.
Cosa succede chiedendo la consulenza ai Caaf della Cgil? “Noi abbiamo messo in moto una sinergia tra Caaf e Inca, indispensabile per semplificare l’iter di presentazione della domanda e non per ultimo per avvalersi dell’esperienza del Caaf su come individuare, in determinare situazioni, la soluzione più efficace per determinare il nucleo familiare ai fini Isee.
Il consiglio resta quello di rivolgersi ai Caaf della Cgil, “per la corretta individuazione del nucleo familiare. Per i percettori del reddito di cittadinanza, l’integrazione con l’assegno unico ci sarà, ma non ci sono ancora regole certe. A distanza ormai di quasi un mese – ci spiega Federico Toccacieli – siamo ancora in attesa della circolare interpretativa dell’Inps bloccata al ministero competente, circolare che doveva per fornire diverse risposte ai quesiti che tutti i giorni ci vengono rappresentate dai contribuenti che si rivolgono alle nostre sedi”.