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Un diritto negato è stato ripristinato grazie ad un emendamento del governo al Decreto Fiscale. “Esprimiamo grande soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento al decreto fiscale che ripristina il cumulo tra assegno di invalidità e reddito da lavoro fino a 4.931 euro lordi annui. Un atto di giustizia sociale per le migliaia di persone con disabilità”. Ad affermarlo i responsabili politiche della previdenza e della disabilità Cgil Nazionale Ezio Cigna e Nina Daita. Questo il primo commento dei due dirigenti sindacali che subito si erano battuti contro la decisione di negare il diritto al lavoro, seppur parziale e poco retribuiti, per i disabili.
Per le persone portatrici di disabilità, spesso, i cosiddetti “lavoretti” sono strumenti di inclusione sociale, di costruzione di identità, oltre che di soddisfazione -seppur molto parziale – delle necessità economiche. Per questo la decisione dell’Inps di non corrispondere più l’assegno di invalidità – 287 euro mensili – era doppiamente punitivo.
“Da subito la Cgil - ricordano i due dirigenti sindacali - ha denunciato l’estrema gravità di quanto indicato dall’Istituto di previdenza, con il messaggio n.3495 del 14 ottobre 202, dopo diverse pronunce della Corte Costituzionale. Finalmente viene ripristinato il diritto a tale prestazione economica così da garantire i bisogni e le necessità di vita di queste persone”.
Per Cigna e Daita “con l’approvazione di questo emendamento, il Governo ha agito come dovrebbe sempre fare ossia mettendosi al servizio della giustizia sociale e garantendo così contesti di vita dignitosi alle persone con disabilità, e inoltre dovrebbe favorire la loro partecipazione democratica”. “Adesso bisogna proseguire. É necessario aprire al più presto il confronto sulla riforma del sistema previdenziale, partendo dai soggetti più fragili del mercato del lavoro, come le persone con disabilità”.