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Per 24 famiglie il Primo Maggio rischia di diventare una festa al contrario. Il futuro di due dozzine di dipendenti a tempo determinato della Boni, azienda appaltatrice delle pulizie sugli intercity e negli uffici della stazione di Lecce, è appeso a un filo. Nel passaggio di appalto, a partire proprio dalla festa dei lavoratori, 24 lavoratori rischiano di non poter godere del vantaggio della clausola sociale: 17 tra loro lavorano da oltre 20 mesi con contratti in scadenza il 31 marzo e giunti al massimo delle proroghe (cinque); gli altri sette scadranno ad aprile al compimento del decimo mese di contratto. Si tratta di una platea del personale che negli ultimi anni ha sostituito chi aveva raggiunto l’età pensionabile. La denuncia arriva dalla Cgil di Lecce.
A partire da maggio l’appalto, fin qui gestito dai 47 lavoratori in organico della Boni, sarà spacchettato in tre parti affidate ad altrettante aziende: pulizie su intercity notte, pulizie su intercity giorno e pulizie negli uffici. Non cambierà dunque il volume del lavoro. Nel passaggio da una ditta alle altre, è garantita per effetto della clausola sociale l’assunzione dei lavoratori a tempo indeterminato (23). È invece a rischio quella dei lavoratori con contratti in scadenza o già scaduti. Nell’incontro del 23 marzo, la Boni si è detta disponibile a trasformare i 24 contratti da tempo determinato a indeterminato, ma solo a condizione che le aziende subentranti si impegnino formalmente ad assumere gli stessi al momento del cambio appalto. Una rassicurazione che tarda ad arrivare.
Di fronte a questa posizione, le organizzazioni sindacali territoriali Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt e Ugl Trasporti hanno proclamato lo stato di agitazione, il blocco degli straordinari e convocato una serie di assemblee. Inoltre hanno formalmente richiesto alla Prefettura di convocare un incontro alla presenza di Trenitalia e dei rappresentanti delle aziende Boni, Dussman, RekeepRail e Cncp per formalizzare gli impegni e consentire alla Boni di trasformare i contratti. L’incontro è in programma martedì pomeriggio.
“La norma sulla clausola sociale si applica ai lavoratori in organico da prima di nove mesi dalla data di pubblicazione della gara di appalto. Boni però nel periodo di pandemia ha provveduto ad una serie di assunzioni e di turn-over tra dipendenti andati in pensione”, spiegano i sindacalisti. “Le aziende che subentrano conserveranno il medesimo volume di lavoro fin qui svolto dalla sola Boni, per cui il personale serve. Sarebbe l’ennesima beffa per un territorio, quello leccese, su cui insiste una stazione di testa continuamente bistrattata da Trenitalia. È passata completamente sottotraccia, ad esempio, la soppressione del treno Venezia-Lecce che fra qualche tempo diverrà Venezia-Bari. Perdere questi treni o ancora non adeguare l’officina di Surbo ai nuovi treni dell’alta velocità significa perdere opportunità occupazionali su un territorio che ha sempre più fame di lavoro. I rappresentanti politici di questa provincia prendano a cuore questi temi, che provocano disagi ai pendolari, ai turisti e soprattutto ai lavoratori”.