“Mi occupo di urbanistica, e in particolare dei processi di pianificazione e trasformazione del territorio. Sono un assegnista di ricerca, cioè il gradino più basso della piramide del sistema universitario”. Si presenta così Stefano Simoncini, che incontriamo davanti alla sede di ingegneria civile della Sapienza di Roma, a San Pietro in Vincoli. Simoncini questa intervista non voleva farla, ci aveva detto, “non sono bravo per queste cose”.

Alla fine dell’intervista - che è un racconto preciso e appassionato di ciò che perdono le persone e l’intero Paese con un precariato infinito - ci ha però confessato che questa forza gliela ha data l’arrabbiatura per una situazione assurda: “Sono al sesto anno di un assegno di ricerca che secondo la legge vigente non si potrà protrarre ancora”.

Simoncini si occupa di un progetto di interesse nazionale che coinvolge tre atenei: Politecnico di Torino, Politecnico di Milano e Sapienza di Roma. Tra le altre cose “stiamo facendo una ricerca sulla partecipazione civica a Roma”. Non sono cose di poco conto, eppure la prospettiva è che “ad agosto mi scade il contratto e non ho garanzie di rinnovo. Da anni faccio solo questo, non sono chiaramente appetibile sul mercato, non ho esercitato professioni, non ho reti di relazioni”.

Simoncini ha dunque la “colpa” di essersi dedicato totalmente alla ricerca, “e ora rischio l’espulsione da questo sistema, ma senza la valutazione da parte di nessuno”. Il ricercatore puntualizza che questa situazione, che coinvolge tante altre persone, non rappresenta solo un’ingiustizia che colpisce la propria persona, ma “va a disperdere anche un patrimonio collettivo straordinario fatto di percorsi di ricerca fondamentali non solo per il sistema universitario ma per la società tutta, per il territorio. Noi ci occupiamo di cose molto importanti per il modello di sviluppo di questa città che ha delle criticità enormi”.

Insomma: università e ricerca precarie si riflettono a specchio con un Paese altrettanto precario e fuori fuoco rispetto a un possibile sviluppo di qualità.