

Sette morti, sei feriti. In sei secondi. La strage di Suviana un anno fa alla centrale idroelettrica nell’impianto Enel Green Power di Bargi, nel Bolognese, nel pomeriggio del 9 aprile 2024, resta una delle pagine più nere nella storia del lavoro di questo Paese. Nell’anno orribile che nello spazio di una manciata di mesi dovette sopportare i cinque morti di Brandizzo, nel Torinese, investiti da un treno in corsa mentre facevano manutenzione sui binari; i cinque morti al cantiere Esselunga di via Mariti a Firenze, sepolti vivi a febbraio da un crollo strutturale.
Con rabbia e incredulità il Paese, appena due mesi dopo, quel pomeriggio iniziò a leggere le notizie che riportavano dell’esplosione alla centrale, sull’Appennino bolognese, un’altra inaccettabile ecatombe. Seguita poi dai cinque morti di maggio nell’impianto fognario di Casteldaccia a Palermo e dai cinque morti di dicembre alla raffineria Eni di Calenzano, ancora Firenze. Una via crucis che non ha lasciato traccia nel dibattito politico e nell’agire delle istituzioni. Come testimonia anche lo stato dell’inchiesta su Suviana, letteralmente sott’acqua come gli hard-disk e i circuiti che potrebbero fare luce sulle cause dell’esplosione e restituire verità e giustizia alle famiglie, se solo fossero recuperati e se nel frattempo non siano stati danneggiati in modo irreparabile.
Oggi la Cgil, come sempre – e spesso sola – è andata a Suviana per ricordare. E per continuare a lottare per fermare la strage. Con un’assemblea dei rappresentanti sul lavoro per la sicurezza della Cgil di Bologna al teatro comunale di Castiglione di Pepoli alla quale hanno preso parte, tra gli altri, il segretario generale della Camera del Lavoro, Michele Bulgarelli, delegati e delegate, i segretari generali della Filctem e della Fiom provinciali, Stefania Pisani e Simone Selmi, e la segretaria della Cgil nazionale, Francesca Re David, cui sono state affidate le conclusioni.
Il Quadrato rosso in questi mesi è impegnato nella campagna referendaria che dedica un quesito proprio al tema della sicurezza sul lavoro: in caso di raggiungimento del quorum e di vittoria dei sì le società committenti diventerebbero responsabili degli infortuni subiti in appalto. Un cambiamento importante che avrebbe fatto la differenza in molte delle stragi sul lavoro del 2024 – come questa a Suviana o quella a Brandizzo, tutti “morti d’appalto”, ha ricordato Bulgarelli – e, in alcuni casi, probabilmente sarebbe stato decisivo per evitarle, per investire sulla formazione e sulla prevenzione invece di lasciare che se la sbrighino le società in appalto.
Michele Bulgarelli, Cgil Bologna: “Accelerare su Suviana per verità e giustizia”


“Abbiamo piena fiducia nel lavoro degli inquirenti e della procura, però abbiamo una certezza. Tutta la città, tutta la città metropolitana, nel giorno dello sciopero generale, sciopero generale cittadino, il giorno
successivo, aveva chiesto una cosa chiara, verità e giustizia. Per avere verità e giustizia, le indagini devono accelerare: per il rispetto alle vittime e ai loro familiari, per il rispetto a tutto il mondo del lavoro”. Lo ha detto il segretario della Cgil di Bologna Michele Bulgarelli, all'assemblea dei delegati Rls.
“Siamo a un anno dalla strage. Sappiamo pochissimo di più di quanto sapevamo quel giorno terribile di un anno fa, passato davanti ai cancelli della centrale di Enel Green Power – ha proseguito Michele Bulgarelli –. Sappiamo poco dei rapporti intercorrenti tra Enel Green Power e le aziende presenti nel sito quel giorno: sette morti di cinque aziende diverse”.
“A Suviana furono morti d'appalto”
“Sono morti d'appalto i lavoratori di Suviana, sono morti d’appalto i lavoratori delle manutenzioni ferroviarie. È morto d'appalto il lavoratore dipendente della multinazionale spagnola Elecnor, caduto da un traliccio dell'alta tensione a Sasso Marconi il 29 novembre scorso. Era il giorno dello sciopero generale. Anche lui era in appalto Enel. Allora – ha detto Michele Bulgarelli – la nostra contrattazione deve essere all'altezza del bisogno indifferibile di ricomporre quello che il capitale e le imprese hanno diviso e frantumato. Il nostro intervento nei luoghi di lavoro deve essere all’altezza. Ma abbiamo un sistema imprenditoriale all’altezza della situazione? Io penso di no. I numeri dicono di no”, ha aggiunto.
Bulgarelli: “Ogni volta che c'è un morto sul lavoro, dobbiamo scioperare”
“Ogni volta che c'è un morto sul lavoro, dobbiamo scioperare. Scioperare sempre per non rassegnarci alla barbarie quotidiana. Per dire che piangiamo i nostri morti e portiamo in piazza la nostra rabbia”, ha proseguito il segretario generale della Cgil di Bologna, parlando all'assemblea dei delegati Rls.
Questa, per Bulgarelli, deve essere la risposta alle parole della premier Giorgia Meloni, che nel suo discorso diinsediamento disse: “Il motto del nostro governo sarà non disturbare chi vuole fare”. Parole “agghiaccianti” secondo Bulgarelli: “È il governo dei record che piacciono tanto alla nostra presidente del Consiglio. Bel record quello dei morti sul lavoro”.
Il segretario mette a confronto i numeri italiani e tedeschi, che vedono, nel 2024, 351 morti sul lavoro in Germania su 45,8 milioni di occupati contro i 1.055 su 24 milioni in Italia. Da un lato quindi “abbiamo 0,76 morti sul lavoro all’anno ogni 100 mila occupati, dall’altro 4,4”, quasi sei volte tanti.
Francesca Re David, Cgil: “In campo con la battaglia dei referendum”


“Al di là dei singoli quesiti – ha detto Francesca Re David, segretaria nazionale della Cgil, parlando dei referendum a margine dell’assemblea degli rls – quello che stiamo cercando di mettere in atto è il tentativo di rovesciare lo schema: non posso essere la fretta e il profitto a ogni costo al centro. Devono tornare al centro le persone, gli esseri umani, i lavoratori, il valore del loro lavoro. La parola d’ordine dei referendum è: rovesciare lo schema”.
Fiom Bologna: “Indegno che ci voglia un anno per recuperare ciò che serve all’inchiesta sulla strage”
“Penso che un anno sia un tempo indegno per recuperare ciò che può servire a ristabilire la verità anche in quella centrale, anche di fronte all’Enel”. Lo ha detto il segretario della Fiom Cgil di Bologna, Simone Selmi, intervenendo all'assemblea dei delegati Rls. “Il fatto che ci siano gli elementi che potrebbero costituire parte, o una parte parziale, della verità ancora sotto l’acqua, con il dubbio che quelli poi in realtà, una volta tirati fuori, forniscano gli elementi che possono dare giustizia alle vittime di questa strage, credo che sia un serio problema. E non credo che sia soltanto un dovere del sindacato denunciare all'interno di un sistema relazionale questo problema profondo”, sottolinea Selmi.
(Foto e materiale video a cura di Giulia Gentile)