L’appuntamento di questo lunedì 29 novembre era alle 9.30 davanti al ministero dello Sviluppo economico e alla prefetture di tutta Italia. A rispondere sono stati davvero moltissimi lavoratori e lavoratrice Tim preoccupati, e non poco, per il proprio futuro. A convocarli sono stati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom subito dopo aver assistito all’offerta Kkr per l’acquisizione del colosso delle telecomunicazioni italiano e aver registrato il silenzio del governo.
I lavoratori e le lavoratrici hanno urlato forte tutto lo sdegno che provano ad assistere impotenti a giochi e dinamiche più finanziarie che industriali e di fronte all'atteggiamento dell’esecutivo riguardo la vicenda della rete unica di Tlc e la situazione di forte conflittualità che è esplosa nuovamente nel Gruppo Tim.
Riccardo Saccone, segretario nazionale Slc Cgil, ribadisce gli scopi della mobilitazione: “Chiediamo che il gruppo Tim, fino a pochi anni fa quinto operatore mondiale delle tlc, non venga distrutto da proprietà miopi, interessate più a eliminare competitor dal mercato che a far progredire l’azienda”. In secondo luogo, prosegue Saccone, “siamo qui per rivendicare che il settore delle telecomunicazioni sia affrontato come un tema di carattere nazionale”.
“Oggi in ballo non c’è solo il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori Tim – prosegue il segretario – ma anche quello della rete in fibra dell’Italia”. Dal 2015 a oggi il digital divide è aumentato, un chiaro indice del fatto che l’attuale sistema non garantisce parità di accesso a ciò che ormai è un diritto di cittadinanza: disporre di una connessione a internet di qualità.
“Il piano prefigurato dal ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao, ossia regalare soldi pubblici a soggetti privati affinché ciascuno costruisca un piccolo pezzo di rete, non creerà lo sviluppo armonico di un asset strategico, ma approfondirà il divario già esistente. Divario che non è più solo tra nord e sud – sottolinea Saccone – ma anche tra aree metropolitane e aree interne, quindi tende a replicarsi in tutto il Paese”.