PHOTO
Si è svolto oggi presso il Mise il tavolo sull'automotive con la presenza dei ministri Cingolani, Giorgetti, Giovannini, Franco e Orlando e il viceministro allo Sviluppo economico Pichetto Fratin. Un incontro che non ha portato nessuna novità al settore, un’occasione persa vista la presenza di tutti i ministri competenti e coinvolti nella transizione tecnologica e ambientale. Lo dichiara in una nota Simone Marinelli, coordinatore nazionale Automotive per la Fiom Cgil.
"Il dibattito e il confronto non può e non deve concentrarsi sulla possibilità di modificare la direttiva europea - spiega -, ma piuttosto di come la Ue supporta le lavoratrici e i lavoratori e le imprese in un percorso di grande trasformazione. La complessità della transizione necessita di concentrare tutte le forze su come affrontiamo il cambiamento con l'obiettivo di salvaguardare l'industria e l'occupazione. Le risorse apportate nel fondo non bastano, soprattutto se vengono drenate dagli incentivi all'acquisto".
Il sindacalista prosegue: "È necessario quindi individuare ulteriori fondi per sostenere la transizione, avere strumenti straordinari, ammortizzatori sociali e fondi per la formazione con un confronto costante con le organizzazioni sindacali, utilizzare le risorse del Pnrr per avviare nuove produzioni (batterie, software, semiconduttori, centraline) e per attrarre nuovi costruttori di auto nel nostro Paese, come è stato per il ritorno della produzione di autobus da parte di Iveco e come chiediamo avvenga per sostenere Industria italiana autobus, partecipata dal Mise tramite Invitalia, al fine di favorire il ricambio delle flotte pubbliche".
È necessario sfruttare le nuove opportunità che si stanno aprendo, dunque, "abbiamo bisogno di produrre le infrastrutture di ricarica e avviare un confronto anche sul riciclo a partire dalle batterie ma che si estenda all'intero veicolo. Per fare tutto questo è necessario un tavolo specifico, serve avviare un confronto continuo tra Governo, sistema di rappresentanza delle imprese e organizzazioni sindacali, come chiesto e ribadito più volte dalla Fiom insieme a Fim, Uilm e Federmeccanica".
"Non si perda altro tempo - conclude Marinelli -, perché siamo già in ritardo e rischiamo di perdere l'opportunità di rilancio di un settore fondamentale per l'economia e l'occupazione nel nostro Paese".