“Mi chiamo Jamil, sono operaio dell’agricoltura e sono vittima di sfruttamento”. Inizia così la prima delle due storie, di lavoratori migranti, che abbiamo ascoltato nei campi in provincia di Foggia. Sono due stranieri, l’altro si chiama Fernando e viene dal Gambia, entrambi hanno conosciuto il caporalato e raccontano le loro esperienze.
Tutto il giorno chini sotto il sole, anche a 36 gradi, a raccogliere pomodori, asparagi, finocchi, carote, cipolle… E la paga massima è 4 euro l’ora. Poi il lungo percorso per uscire dalla schiavitù, in cui si sono appoggiati alla Flai Cgil per arrivare a una condizione di regolarità, dignità umana e lavorativa. Ecco i loro volti e le loro voci.