È una storia incredibile quella di Giuditta, lavoratrice presso la clinica Rsa Sereni Orizzonti di Vinovo, in provincia di Torino. Eppure è vera. La donna, con contratto part-time nella casa di riposo, ha ricevuto una lettera di trasferimento da parte dell'azienda, a 80 chilometri dall'attuale luogo di lavoro. Un modo, neanche troppo velare, per portarla alle dimissioni. Quando, con l'aiuto della Fp Cgil, ha impugnato il provvedimento il giudice le ha dato ragione: è stata reintegrata a Vinovo. Qui è arrivata la "svolta" inverosimile: quando Giuditta si è recata sul luogo di lavoro la proprietà non l'ha fatta entrare. Abbiamo chiesto direttamente a lei di raccontare l'esperienza in un video, attraverso le sue parole.


"Lavoro presso la clinica Sereni Orizzonti di Vinovo da otto anni - dice -. Ho ricevuto a febbraio la lettera di trasferimento a oltre 80 chilometri da Vinovo, che non potevo accettare. La lettera comunicava un calo di ospiti della struttura e la necessità di esuberi nel personale. I sindacati hanno subito impugnato il provvedimento". Il giudice ha sospeso il trasferimento in breve tempo: "Ha disposto il mio rientro immediato nella struttura di Vinovo".

A quel punto la donna è tornata a lavoro, o almeno così credeva: "Mi sono presentata a lavoro, ma non mi hanno fatta entrare. Ho dovuto chiamare i carabinieri: davanti a loro l'azienda mi ha consegnato la lettera del Fis (Fondo integrazone salariale, ndr), mettendomi in cassa integrazione. Nel frattempo le mie colleghe stanno tutte lavorando, attraverso un'agenzia interinale". Oltre alla sostanza della storia c'è naturalmente l'aspetto psicologico, che Giuditta così riassume: "Alla fine questo è un vero accanimento nei miei confronti". L'ultima parola spetterà ancora al Tribunale, con la prossima udienza che è fissata per il 18 maggio.

La risposta della Fp Cgil di Torino non si è fatta attendere. Così in un video il segretario generale, Gabriele Gilotto: "Abbiamo impugnato il trasferimento: un giudice ha dato ragione a Giuditta e alla Fp. Ma Sereni Orizzonti l'ha lasciata fuori per ore, poi ha comunicato la cig. Insomma, l'azienda ha ritenuto che la decisione di un giudice e la necessità di Giuditta di lavorare non contino nulla, per loro conta solo il profitto": Di certo, assicura il sindacato, "la Fp Cgil resterà accanto a Giuditta per il suo diritto a lavorare".

Il caso accade a Vinovo, ma la questione assume valenza nazionale. A fare il punto con Collettiva è il segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini: "Ovviamente alla lavoratrice va tutto il nostro sostegno e solidarietà - esordisce - e pieno appoggio all'iniziativa che porta avanti la Fp di Torino. Si tratta di un episodio molto grave, che si inserisce nel contesto di una vertenzialità diffusa, portata avanti unitariamente nei confronti dell'azienda Sereni Orizzonti".

La proprietà rifiuta un rapporto col sindacato: "Si dichiarano in tutta Italia in difficoltà economica - riprende Vannini -. L'anno scorso si era avviato un confronto con noi, che poi è stato interrotto. L'azienda ha mostrato approcci unilaterali e penalizzanti per i lavoratori, disponendo trasferimenti: abbiamo aperto vertenze da più parti". Non solo a Vinovo, appunto, ma si sono svolti scioperi a Torino e Firenze, ci sono vertenze avviate a Bologna e Piacenza. "Ci hanno chiesto un incontro - spiega il sindacalista -, ma questi atteggiamenti punitivi devono cessare subito. Nel caso di Giuditta c'è una vicenda giudiziaria in corso, quindi deciderà il giudice, ma il comportamento dell'azienda già si dimostra incongruo".

Sereni Orizzonti sostiene che il calo degli ospiti nell'epoca del Covid li ha messi economicamente in ginocchio. "Ma non ci hanno mai fornito un quadro completo nazionale - afferma Vannini -. Noi vogliamo capire quale strategia mettere in campo, ma per farlo serve un confronto serio e reale, nel merito. Certo, è difficile farlo con questi colpi di mano: chiediamo di fermare subito ogni iniziativa unilaterale", conclude.