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Per lo stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza), "manca un quadro chiaro rispetto all'acquisizione delle commesse e la riduzione dei turni sta mettendo in crisi tutti i lavoratori sia dal punto di vista salariale che della sicurezza". Lo ha scritto in una nota la segreteria regionale della Basilicata della Fiom, Giorgia Calamita.
Per i metalmeccanici Cgil, nella fabbrica lucana "nonostante sia previsto un piano produttivo rivolto alla produzione di auto elettriche, stiamo assistendo a un ridimensionamento produttivo e occupazionale, al continuo peggioramento delle condizioni di lavoro e di salute e sicurezza e non c'è solo l'utilizzo di contratti di solidarietà che erode i salari dei lavoratori, oggi si assiste alla cancellazione del turno di notte con una pesante perdita salariale che rischia di mettere in serie difficoltà le famiglie”.
Le ricadute sull'indotto e sulla logistica sono ormai fatti reali, con chiusure di attività e aziende e licenziamenti dei lavoratori: "Abbiamo sollecitato un tavolo al Mimit per affrontare nello specifico della situazione dell'area industriale di Melfi ma - ha continuato Calamita - con la consapevolezza che se Stellantis conferma la politica della riduzione dei costi ed esercita il continuo ricatto di voler efficientare, sposta le produzioni altrove e non investe in produzione di auto, in Italia non avremo i risultati sperati”.
Nei prossimi giorni si svolgeranno le assemblee con i lavoratori Stellantis, "faremo un attivo con i delegati dell'indotto e della logistica alla presenza della Fiom Cgil nazionale con il segretario Samuele Lodi e il coordinatore automotive Fiom Cgil nazionale Maurizio Oreggia”. Si affronteranno i temi con tutti i delegati della Fiom Cgil Basilicata “perché si possa procedere congiuntamente tra i lavoratori Stellantis e indotto Melfi e si possano mettere in campo azioni sindacali atte a rivendicare nei confronti di chi oggi ha responsabilità come Stellantis e il governo”. La Fiom Cgil Basilicata conferma la necessità “di allargare il coinvolgimento dei lavoratori perché si possa reagire ai licenziamenti e alla precarietà totale", ha concluso Calamita.