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Sono 2.510 gli esuberi dichiarati da Stellantis in tre stabilimenti italiani. Per la precisione: 1.560 a Torino Mirafiori, 850 a Cassino (di cui 300 in trasferta a Pomigliano) e 100 a Pratola Serra. L’accordo per le uscite dall’impianto piemontese non è stato firmato dalla Fiom Cgil (approvato invece da Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr).
“L’accordo sindacale sulle uscite incentivate è un macigno sul piano di incontri convocati dal ministro Urso del Mimit con i sindacati, le Regioni e le imprese”, spiegano Michele De Palma (segretario generale Fiom Cgil) e Samuele Lodi (segretario nazionale Fiom Cgil): “Questi esuberi peseranno gravemente anche sulle aziende della filiera della componentistica”.
La situazione negli stabilimenti di Stellantis in Italia è “in netto peggioramento: a Mirafiori continua l'utilizzo degli ammortizzatori sociali con la cassa integrazione sulla 500 Bev e il contratto di solidarietà sulla linea della Maserati, mentre in tutti gli altri siti aumenta la cassa integrazione per le lavoratrici e i lavoratori”. Inoltre, sembra che “Leapmotor abbia deciso di allocare la produzione della city car elettrica in Polonia e non a Torino”.
De Palma e Lodi rilevano che “tutta la narrazione dell’amministratore delegato Tavares sulla centralità dell’Italia per Stellantis è smentita dalle scelte concrete. La realtà vera è rappresentata da un programmato e drammatico disimpegno della multinazionale dal nostro Paese”.
La Fiom sottolinea che “Stellantis vuole incentivi per l’acquisto di auto elettriche, finanziamenti pubblici per l’efficientamento degli stabilimenti, agevolazioni per i costi energetici senza prendere alcun impegno, senza prevedere nessun nuovo modello, nessun investimento su ricerca e sviluppo, nessuna garanzia per gli stabilimenti che, intanto, vengono svuotati con le uscite incentivate”.
La posizione di Stellantis
“Gli accordi in corso di realizzazione con le organizzazioni sindacali a Torino e in altre realtà locali italiane rientrano nel percorso definito nell'accordo quadro siglato venerdì 22 marzo con le organizzazioni sindacali nazionali firmatarie del Contratto collettivo specifico di lavoro”, spiega un portavoce della casa automobilistica.
“Gli accordi – continua la nota aziendale – rientrano nell'ambito delle iniziative attuate da Stellantis per affrontare gli effetti del processo di transizione energetica e tecnologica in corso e che sta interessando il settore automotive in tutti i suoi aspetti, compresi quelli occupazionali, ed è la prosecuzione naturale di precedenti accordi già siglati dall'azienda negli scorsi anni”.
Per la società, gli “obiettivi delle intese, che si basano esclusivamente sull'adesione dei lavoratori interessati, è quello di adeguare i livelli occupazionali ai cambiamenti dei processi aziendali proponendo ai lavoratori soluzioni condivise”.